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Vari esempi figurali di gesti mostrati ai partecipanti allo
studio |
Ricercatori
dell’Istituto di bioimmagini e
fisiologia molecolare del Cnr di Segrate e dell’Università di
Milano-Bicocca hanno
studiato i meccanismi neurali che supportano la comprensione
della gestualità
spontanea.
Scoprendo una risposta a metà tra il linguaggio
corporeo affettivo e
quello che regola la comunicazione tra i non udenti, che fa
ipotizzare un
passaggio evolutivo dal ‘paraverbale’ al linguaggio.
Il dito che oscilla
per dire
‘no’, il braccio che indica la direzione di un luogo, due dita
ravvicinate
nella zona delle labbra per mimare ‘sta fumando’ oppure, pollice e
indice
congiunti, la mano che scrive nell’aria ‘il conto per piacere’.
Sono solo
alcune delle diverse tipologie di gesti analizzate dall’Istituto
di bioimmagini
e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di
Segrate
(Ibfm-Cnr) e il
CognitiveElectrophysiology lab dell’Università di Milano-Bicocca.
I ricercatori hanno
studiato i
meccanismi neurali che supportano la comprensione della gestualità
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Onde registrate in risposta a gesti congruenti
ed incongruenti
rispetto alle
loro definizioni verbali
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spontanea
negli udenti, partendo da una batteria di 187 gesti utilizzati
spontaneamente
per accompagnare o sostituire la comunicazione uditivo-verbale
nella lingua
italiana. Lo studio, intitolato ‘Semantic brain areas are involved
in gesture
comprehension: An electrical neuroimaging study’, è pubblicato
online sulla
rivista ‘
Brain and Language’
della
Elsevier ed è in prossima uscita nella versione cartacea.
“Per ciascun gesto
sono state
scattate foto frontali, con varianti regionali-dialettali e
soggettive,
coinvolgenti mimica facciale e movimenti o posture
caratteristiche, compiuti da
sei individui, tre maschi e tre femmine, di età compresa tra i 24
e i 27 anni,
per un totale di 1222 gesti. Gli stimoli sono stati validati da 18
coetanei,
anch’essi studenti universitari”, spiega Alberto Zani, ricercatore
dell’Ibfm-Cnr. “Di questi gesti, 800 sono stati selezionati e
abbinati ad una
descrizione verbale, per la metà incongruente, al fine di testare
i meccanismi
di comprensione semantica da parte degli studenti, di 14 dei quali
sono stati
registrati i potenziali bioelettrici cerebrali (ERPs)”.
L’osservazione
sperimentale dei
soggetti impegnati nella comprensione ha mostrato “un’ampia
risposta
bioelettrica chiamata N400 frontale, che indica il riconoscimento
automatico di
un’incongruenza di significato tra gesto e descrizione, circa 400
millisecondi
dopo la stimolazione”, prosegue Zani. “I segnali neurali ottenuti
corrispondono
ad aree cerebrali linguistiche-semantiche (lobo temporale mediale
sinistro e
talamo) e sintattiche (lobo temporale superiore per il linguaggio
audiovisivo).
Sono risultati attivi anche il sistema di osservazione dell'azione
noto come 'sistema
di neuroni specchio fronto-parietale' (corteccia premotoria e
corteccia
parietale inferiore sinistra) e le aree coinvolte
nell’elaborazione delle parti
del corpo e del volto”.
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Aree cerebrali stimolate dalla presenza di
un’incongruenza nella
comunicazione
gestuale |
In particolare,
l’esperimento
voleva indagare se il meccanismo cerebrale di comprensione ed
utilizzo dei
gesti spontanei fosse più simile a quello che governa il
linguaggio del corpo
affettivo (body language),
da cui
traspare per esempio se siamo adirati o imbarazzati, o a quello
che controlla
il linguaggio dei segni nei non udenti. “I risultati dello studio
indicano
l'esistenza di un complesso sistema neurale per la comprensione
della lingua
dei segni spontanea, che potremmo ipotizzare a metà strada tra un
linguaggio
formale dei segni, come quello utilizzato dai non-udenti, e un
linguaggio del
corpo emozionale (emotional
body language)”,
conclude Alice Mado Proverbio, docente dell’Università di
Milano-Bicocca e
coordinatrice dello studio.
“Ciò permette di supporre che vi sia
stata una
transizione filogenetica tra il sistema di comunicazione
linguistica
esclusivamente gestuale e quello più propriamente uditivo-verbale.
La
coesistenza di un sistema avanzato di comunicazione gestuale e di
capacità
imitative spiccate potrebbe aver reso possibile, negli ominidi, la
nascita di
protosegni con chiari significati semantici, dotati di specifiche
regole d’uso
e utilizzati in assenza del referente, caratteristica tipica del
linguaggio
verbale moderno”.
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