E’ trascorso oltre mezzo secolo dalla
pubblicazione del libro di Anna Maria Ortese Il mare non bagna Napoli e ad ogni
fine estate, torna in mente, come un ritornello, il titolo dell’opera-denuncia
della scrittrice romana, trasferitasi a Napoli nel dopoguerra.
Quest’anno per fortuna turisti e napoletani
hanno ritrovato la bellezza del golfo partenopeo affollando i lidi di Posillipo
con acque meno inquinate e panorama mozzafiato, spaziando con lo sguardo verso
Castel dell’Ovo il Vesuvio, Capri, il mitico Palazzo donn’Anna.
La risorsa mare, punto di forza della nostra
città per le autorità resta, in ogni modo, una chimera. Per chi arriva in città
via mare, dall’alto delle navi crociere ammirato San Martino, Castel Sant’Elmo
e Castelnuovo, sceso a terra si trova a dover districarsi in un groviglio di
macchine in sosta nel piazzale con l’eterno cantiere del sottopassaggio Piazza
Municipio- Stazione Marittima, infastidito da tassisti regolari e abusivi a
proporre viaggi ai siti archeologici, venditori di cianfrusaglie.
Il turismo volano dello sviluppo della
nostra regione, al primo posto per musei, chiese, scavi archeologici, opere
d’arte, in quest’ultimo periodo ha visto, nonostante disservizi, rifiorire la
voglia di tuffarsi in mare.
Per chi si azzarda a scegliere le isole del
golfo e la costiera amalfitana-cilentana caos totale al Molo Beverello,
denunciato ad ogni piè sospinto da organi di informazione locali e nazionali.
Non esiste, come gli scorsi anni un box informazioni. Pannello delle partenze
in tilt. Code chilometriche alle biglietterie.
Da anni un progetto, proposto da
imprenditori privati per un riassetto della darsena di approdo per le isole non
vede la luce. Allargato al molo borbonico San Vincenzo, lungo oltre mille
metri, caratteristico con magazzini e due garitte in totale abbandono,
delimitato ora da un cancello della Marina Militare, offrirebbe una passeggiata
sulla darsena regale e respiro alle decine di corse di aliscafi e il ritorno dei
romantici vaporetti, al centro della città, ora relegati al Molo Pisacane.
Infine non si spiega perché annullare le
partenze da Mergellina per Ischia e Capri che servivano ad alleggerire il
Beverello e comodissimo per chi arrivava da Roma. Transennato il precario approdo
per il bateaux mouches o alla napoletana baton e annullate le corse panoramiche
nel golfo.
La
spiaggia di Mergellina grida vendetta per lo stato di abbandono e la presenza
di alcune fatiscenti baracche di pescivendoli. A poca distanza, Piazza Sermoneta,
alle spalle della fontana del Sebeto, lo spettacolo di mamme con pargoli al
seguito a guazzare nelle luride acque del cantiere nautico.
Non ultimo per una
città che ha nel suo Dna il turismo, il problema del traffico domenicale con la
presenza di venditori di spighe, cocco e altre prelibatezze d’infima igiene. Da
anni nei cassetti della Regione un progetto per una linea architettonica
uniforme per i numerosi chalet sulla promenade più bella del mondo.
Il libro
della Ortese oltre a denunciare l’abbandono e abusi edilizi in riva al mare fu
scritto anche in seguito alla tragica fine di due fratelli marinai, morti in
mare.
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