"Un taglio dei parlamentari per un Senato dalle funzioni oscure e una legge elettorale ancora in vita in un momento nel quale aumentano le incertezze in Europa e nel mondo non possono essere spacciati come grandi riforme, bensì come riforme confuse. Una discussione tutt'altro che centrata e adatta ai tempi che viviamo. Diminuire la qualità della nostra democrazia e aprire la strada ad una modifica anche della prima parte della nostra Carta Costituzionale non è segno di responsabilità politica, ma d'improvvisazione. Penso che il compito futuro dei riformisti sarà quello, innanzitutto, di invertire questa tendenza ai cambiamenti a prescindere dai contenuti" . Inoltre Craxi ricorda che " La riforma di Renzi non ha nulla a che vedere con quella lanciata da mio padre tra la fine degli anni 70 e i primi degli 80. All'Italia serve una nuova Assemblea Costituente" . Per cambiare la costituzione bisogna innanzitutto convocare un’Assemblea Costituente, che risponda alla necessità di dar vita a una Costituzione che si collochi in una dimensione globale partendo dall’identificazione del confine tra sovranità nazionale inalienabile e parti di sovranità nazionale negoziabili. Che non abbia timore a promuovere l’elezione diretta del Presidente della Repubblica con un contrappeso efficace di una Camera anche ridotta nei suoi componenti. Con la vittoria del SI credo che il rischio maggiore sarebbe, oltre alle gravi conseguenze di un sistema mal congeniato, che Renzi in un delirio di onnipotenza manterrebbe l’Italicum e conseguentemente andando a primavera alle elezioni consegnamo l’Italia in mano a Grillo, ovvero alla improvvisazione creativa. Uno scenario abbastanza inquietante.
MARCO NICOLETTI
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