"LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI"?
di Renato Fioretti
Del "caso Polanski", due sono gli aspetti che, in particolare, si prestano ad alcune considerazioni di merito.
Entrambi sono determinati dalla vera e propria "mobilitazione di massa" - per opera di un'influente élite di cineasti, intellettuali e politici - realizzatasi all'indomani del suo "fermo" da parte delle autorità elvetiche.
La prima questione, di carattere generale, attiene alla corretta interpretazione delle numerose manifestazioni di solidarietà che - attraverso la sottoscrizione di una petizione a favore dell'immediata scarcerazione del pluri-premiato regista americano - determinano, in sostanza, un'assoluzione "a prescindere".
Evidentemente, c'è da chiedersi perché mai autorevoli personaggi, dal ministro della cultura francese, Mitterand, a Monica Bellucci, Tornatore, Placido, Almodovar, Lelouch e tanti altri, ritengano opportuno offrire sostegno e partecipazione al reo confesso di un'azione orrenda: lo stupro di una tredicenne!
Sarebbe sin troppo facile, a mio parere, ridurre tutto al c.d. "spirito di corpo" (o "casta"). Temo, purtroppo, che il motivo di tanta (esplicita) solidarietà sia dettato da considerazioni che attengono più al prestigioso curriculum professionale del soggetto incriminato, piuttosto che alla sua (semplice) appartenenza a un'élite culturale e politica.
In questo senso, è molto difficile comprendere com'è possibile che un brutale atto di pedofilia - consumato ai danni di una bambina, che mai e poi mai si potrebbe considerare "consenziente" - possa essere derubricato e valutato alla stregua di un "errore di gioventù" solo perché il responsabile - che, tra l'altro, all'epoca aveva ben 44 anni - è autore d'indiscussi capolavori cinematografici (Chinatown, Il pianista, ecc.), piuttosto che un (pur apprezzato) interprete di film "di cassetta".
La negazione di un principio del genere rappresenterebbe, in estrema sintesi, la negazione assoluta delle pari responsabilità (civili e penali) di tutti i cittadini di fronte alla legge!
L'altro aspetto, che personalmente trovo inspiegabile, è l'atteggiamento di "supina acquiescenza" con il quale tante donne - a partire da quelle legate agli ambienti della cultura e dello spettacolo - hanno accolto e, addirittura, sostenuto le iniziative a sostegno di Polanski.
In sintesi, credo che manifestazioni di questo tipo offendano (soprattutto) il genere femminile e tutti coloro i quali ritengono, a giusta ragione, che lo stupro e, peggio, la pedofilia, rappresentino reati particolarmente ignobili. Pene infinite che neanche l'inesorabile trascorrere del tempo concorre ad alleviare!
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