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venerdì 30 ottobre 2009

Crisi economica: a rischio i sistemi di raccolta e recupero rifiuti

La crisi dei mercati di sbocco dei materiali riciclati sta portando il settore in uno stato di empasse. Senza rapidi interventi la differenziata rischia di restare parcheggiata nei piazzali o, peggio, di non trovare sbocco.

 

Crisi economica:

a rischio i sistemi di raccolta e recupero rifiuti

 
 

Roma, 30/10/2009 – "Se non saranno messi in atto rapidi e concreti interventi correttivi, gli effetti dell'attuale crisi economica rischiano di far inceppare il ciclo di raccolta e recupero rifiuti".

L'allarme emerge dallo studio annuale "L'Italia del Recupero", giunta alla decima edizione, presentato oggi a Rimini nel corso della Fiera Ecomondo da FISE Unire (l'Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti).

 

L'attuale congiuntura economica, spiega l'analisi, ha provocato un crollo nelle quotazioni delle materie prime, causando pesanti ricadute anche sui mercati dei materiali riciclati.

Nonostante la costante crescita degli ultimi anni, l'industria del recupero rischia di entrare in una fase di stallo a causa all'insufficienza dei mercati di sbocco e a strozzature prolungate della domanda di materiali: a cascata, la raccolta differenziata rischia di rimanere "parcheggiata" sui piazzali degli impianti o, paradossalmente, di non trovare sbocco, compromettendo anche lo sviluppo delle raccolte differenziate, in particolare nel Sud del Paese.

 

Per alcuni settori del recupero (carta), gli attuali tassi di riciclo e di raccolta sono stati mantenuti solo grazie all'incremento delle esportazioni (dirette soprattutto nel Far East), che dovrebbero, alla luce dell'attuale situazione, continuare a crescere nel medio-lungo periodo. In questo contesto - in cui la qualità della raccolta, il ruolo delle piattaforme e le esportazioni divengono sempre più centrali - risulta indispensabile un'adeguata valorizzazione del ruolo dei recuperatori, in linea con le disposizioni normative. "E' necessario", evidenzia Corrado Scapino, Presidente di Unire, "quindi un coinvolgimento della rappresentanza dei recuperatori negli accordi che regolano anche le fasi di trattamento dei rifiuti da raccolte differenziate e quindi anche nell'Accordo ANCI-CONAI, in quanto in alcune parti dello stesso si disciplinano attività e responsabilità dei recuperatori, non tenendo conto delle oggettive esigenze e innestando conflitti o mancate attuazioni degli accordi in fase operativa".

 

 "Una raccolta differenziata di qualità", prosegue Scapino, "rappresenta il presupposto, e non l'obiettivo principe, di una migliore gestione dei rifiuti, che va rifocalizzata innanzitutto sul 'risultato', ovvero sulla possibilità di produrre materiali recuperati con sempre maggiore qualità e sulla capacità di questi di essere riassorbiti anche in nuovi cicli produttivi".

 

Per non compromettere i tassi di raccolta raggiunti e gli obiettivi fissati dal Legislatore è oggi necessario accrescere la capacità di riutilizzo di alcuni materiali da parte dell'industria nazionale, e rafforzare sia la domanda di materiali riciclati che di beni e manufatti da questi ottenuti, anche mediante interventi quali il "green public procurement" (acquisti "verdi" da parte delle Pubbliche Amministrazioni), ad oggi limitato a poche esperienze; è altrettanto urgente individuare e promuovere nuovi sbocchi attraverso un'adeguata incentivazione della ricerca di nuove applicazioni in processi produttivi manifatturieri e nei "green products".

 

Non ultimo, resta irrisolta l'annosa problematica del rapporto pubblico-privato, in particolare nell'applicazione delle disposizioni sulla limitazione della privativa comunale, che dovrebbe interessare i rifiuti domestici e delle piccole attività (commerciali e artigianali) e che invece spesso, per esigenze diverse da quelle ambientali, si estende in modo coercitivo anche ai rifiuti prodotti da attività economiche.

 

Queste le principali evidenze (in cifre) emerse dal Rapporto per i singoli settori:

 

Carta

Nel 2008 la raccolta differenziata della carta e cartone da suolo pubblico ha raggiunto 2,9 mil. di ton, mentre quella da superfici private da uffici, commercio e industria ha toccato quota 1,9 mil. di ton. A fronte di un fabbisogno nazionale di 5,3 mil. di tonnellate di macero, oltre 1,5 mil. di ton. di macero sono state esportate all'estero. La crisi si è abbattuta anche sui prezzi del macero, causando un crollo delle quotazioni, in costante crescita invece negli anni precedenti.

Vetro

In Italia nel 2008 sono state riciclate complessivamente 1,83 mil. di ton. di vetro di cui 1,39 mil. di tonnellate costituite da imballaggi. A livello europeo, questo settore è rimasto schiacciato tra domanda e prezzi calanti del prodotto finito e costi crescenti, causati dall'accumulo di materiali presso gli impianti di produzione delle materie prime secondarie.

Plastica

Lo scorso anno sono stati prodotti 3,44 mil. di ton. di manufatti in materie plastiche di cui 2,2 mil.di ton. di imballaggi e 1,2 mil. di ton. di prodotti per costruzioni, auto, elettrici, oggettistica, agricoltura e altre destinazioni. Rispetto al totale dei manufatti in plastica prodotti, sono stati avviati a riciclo meccanico 746 mila ton., a recupero 784 mila ton. e 1,91 mil. di tonnellate a recupero energetico. Dal secondo semestre, il comparto ha dovuto affrontare una congiuntura negativa anche in relazione alla forte caduta del prezzo delle principali materie plastiche vergini.

Acciaio

La contrazione della domanda globale ha causato una riduzione della produzione mondiale di acciaio di circa l'1,9% rispetto al 2007, ed ha arrestato il trend di continua crescita che ormai durava da dieci anni. I quantitativi raccolti di imballaggi in acciaio sono diminuiti di 15.000 ton. La quantità effettiva di imballaggi in acciaio (domestici ed industriali) avviati a riciclo dal CNA nel 2008 è pari a 373.840 ton. Tale risultato se in valore assoluto è inferiore al totale avviato a riciclo nel 2007 del 4,5%, come percentuale sull'immesso al consumo corrisponde ad un tasso di riciclo del 69,6%.

Alluminio

A fine 2008 la quota di recupero di imballaggi di alluminio si stima essere del 63,6% dell'immesso sul mercato. Grazie al riciclo di 38.500 tonnellate di imballaggi in alluminio sono state evitate emissioni serra per 390.000 ton. di CO2, e risparmiata energia pari a 142.000 tep (tonnellate equivalenti petrolio). Oggi il nostro Paese detiene la leadership nel recupero in Europa, insieme alla Germania.

Legno

Gli operatori del settore hanno recuperato 1.680.341 ton. di rifiuti legnosi complessivi (imballaggi e altri rifiuti legnosi), con una contrazione di quantitativi avviati a riciclo pari al 7% rispetto al 2007.

Soddisfacente, comunque, è la percentuale di imballaggi in legno avviati al recupero, pari al 56%.

Gomma

In Italia sono state prodotte 410mila ton. di pneumatici fuori uso. La quota di recupero energetico risulta in preoccupante calo (circa il 20%), spiegabile con la contrazione del settore cementizio ed energetico. La quota di export cresce in maniera esponenziale (al 10% nel 2008 contro il 2,5% registrato nel 2007), indice di una "fuga di materiali" verso l'estero. Il recupero di materia prima continua a far registrare un trend in lieve ma costante crescita tanto da rappresentare il fattore trainante del settore del recupero.
Batterie La raccolta COBAT si è attestata a 161.170 ton., dalle quali è stato possibile produrre piombo e leghe di piombo per un totale di 119.332 ton.. Del piombo ottenuto, circa il 70% è stato impiegato per produzione di nuove batterie, mentre il 30% è stato destinato ad usi diversi in vari settori industriali.
Veicoli fuori uso Nel 2008, il numero di veicoli avviati a demolizione è stato complessivamente pari a circa 1,3 mil.. Il riciclaggio ha registrato un leggero aumento fra il 2006 e il 2007, mentre fra il 2007 e il 2008, la performance risulta notevolmente migliorata. La media della percentuale in peso del veicolo, che viene separata per l'invio dei materiali a successivo riciclaggio, pari all'1,36% nel 2006, si attesta al 1,74% nel 2007, fino ad arrivare al 4,63% nel 2008. A questa va aggiunta una percentuale pari allo 0,66 di liquidi drenati per un totale del 5,3%, sul peso dei veicoli trattati, avviato a riciclo.

Rifiuti elettrici ed elettronici

Nell'anno di avvio del nuovo sistema di gestione, la raccolta ha toccato quota 65.000 ton. Il totale di RAEE recuperati è composto per il 36% da apparecchiature refrigeranti, per il 27% da Tv e monitor, per il 20% dai grandi bianchi e per il 15% da apparecchi illuminanti).
Abiti usati 4 chili pro capite è  quanto ogni individuo dismette ogni anno in abiti usati ed accessori (scarpe o tessili usati) nelle abitazioni domestiche. Proiettando il dato in ambito nazionale, vengono dismesse circa 240.000 ton. di abiti usati ed accessori, che corrispondono, in volume pari a 16.000 tir (più di 40 camion al giorno per tutto l'anno). Nel 2007 sono state raccolte circa 73.000 ton. della "frazione tessile". La raccolta differenziata degli abiti è praticamente raddoppiata negli ultimi 8 anni, passando dallo 0,11% del 2001 allo 0,22% del 2007 sul totale della produzione di rifiuti urbani.
Rifiuti inerti I dati ufficiali relativi al riciclaggio dei rifiuti inerti indicano che il quantitativo di rifiuti da costruzione e demolizione prodotti in Italia è pari a circa 52 mil. di ton; meno del 10% di questi quantitativi viene avviato a recupero.

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