Ma non e' questo l'unico difetto che l'opposizione riscontra nel progetto di legge. Cosi' com'e' stato scritto, infatti, rappresentera' anche 'un incentivo a pratiche dilatorie di per se' antitetiche alla ragionevole durata del processo'. L'idea di ridurre da un quarto a un sesto l'aumento automatico della prescrizione solo per gli incensurati, introduce, secondo il Pd, 'una differenziazione di trattamento sulla base di caratteristiche soggettive degli individui'. In piu', si fa una differenza assolutamente incostituzionale tra gli incensurati che hanno riportato una sola condanna di primo grado e quelli che non hanno avuto ancora una condanna definitiva.
Il provvedimento, da oggi all'esame della Camera, viola, insomma, secondo l'opposizione, l'articolo 3 della Costituzione.
E gia' oggi, con la legge attuale, il magistrato puo' ridurre i termini di prescrizione del reato a seconda delle circostanze. Cosa che porta gli esponenti dell'opposizione a parlare di 'irragionevolezza' della norma. Il testo, infine, sarebbe in contrasto con la Convenzione dell'Onu contro la corruzione visto che quest'ultima impone agli Stati firmatari di rafforzare tutte le misure, soprattutto quelle processuali, per combattere la corruzione.
I deputati del Pd presentano anche una richiesta di sospensione per almeno due anni dell'esame del testo sulla 'prescrizione breve'. E questo, per una serie di ragioni: prima di tutto, si legge nella richiesta firmata anche dal capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, estinguerebbe immediatamente centinaia di processi in corso.
Poi, 'peggiorerebbe ulteriormente' i gia' 'gravissimi effetti' causati dalla legge cosiddetta 'ex Cirielli' del 2005 sulla prescrizione. Ma, soprattutto, contrasta con l'iniziativa della maggioranza di presentare una riforma 'epocale' della giustizia della quale, pero', 'ad oggi non vi e' traccia in Parlamento'. 'Mentre da un lato si vagheggia di una riforma epocale del sistema giustizia - scrivono i Democratici - dall'altro si introducono norme di impatto devastante per il nostro sistema giudiziario'. "Il governo usa strumentalmente la legge comunitaria per stravolgere la normativa sulla responsabilita' dei magistrati. E lo fa in fretta e furia con un emendamento presentato sottobanco dal relatore Pini su cui e' stato precluso un rigoroso approfondimento al Parlamento". Cosi' la capogruppo del Pd in commissione Giustizia alla Camera, Donatella Ferranti a proposito dell'emendamento alla Legge comunitaria che modifica la legislazione sulla responsabilita' civile dei della magistratura. "Quelle approvate oggi- sottolinea Ferranti- e su cui auspichiamo un ripensamento per l'aula, sono norme dettate unicamente dalla volonta' di intimidire la magistratura su cui l'avvocato del premier Niccolo' Ghedini ha avuto un ruolo attivo. Nel merito, le nuove norme, se definitivamente approvate, prevedendo che il magistrato non sara' piu' responsabile solo per dolo o colpa grave, ma per ogni 'violazione manifesta del diritto', scardineranno completamente la disciplina dell'impugnazione e determineranno ingenti costi per le casse dello Stato".
Secondo la parlamentare del Pd, "e' assurdo che l'esame di questo emendamento sia avvenuto senza alcuna relazione tecnica da parte del ministero dell'Economia. Dai nostri conti, l'emendamento Pini avra' effetti estremamente dannosi per l'erario e destabilizzanti per l'intero sistema giustizia. La verita'- conclude Ferranti- e' che pur di intimidire la magistratura e trasformarla in un corpo di burocrati, la maggioranza e' disposta a sprecare il denaro pubblico". (28.03.11)
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