Roma - “L’uccisione di Moro è avvenuta per mano delle Brigate Rosse, ma anche e soprattutto per il volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e del sottosegretario Nicola Lettieri”. Ferdinando Imposimato, al tempo giudice istruttore della vicenda del sequestro e dell’uccisione di Moro, interviene sul Caso Moro. E lo fa da Reggio Calabria, sul palco della rassegna Tabularasa dell’associazione Urba/Strill.it.
Lo specchietto per le allodole si chiama Gladio. A Falcone e Borsellino rimprovero soltanto di non aver detto quanto sapevano, perché avevano capito e intuito tutto, tacendo per rispetto delle istituzioni. Per ucciderli Cosa Nostra ha eseguito il volere della Falange Armata, una frangia dei servizi segreti”.
Aldo Moro, la R4 in Via Caetani
Già, perché Vitantonio Raso e il suo collega Giovanni Circhetta non sono mai stati interrogati. E nei giorni scorsi hanno deciso di raccontare la propria verità. Gli antisabotatori, che per primi arrivarono all’R4 rossa, con il corpo di Moro nel bagagliaio, in via Caetani, il 9 di maggio di 35 anni fa, spostano l’ora del ritrovamento dell’auto e del cadavere dello statista a prima delle 11, mentre era delle 12.30 la famosa telefonata delle Br che annunciava l’uccisione di Moro ed il luogo dove trovarne il corpo.
- Marco Nicoletti
Nessun commento:
Posta un commento