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venerdì 19 ottobre 2007

Il papa contro il lavoro precario Bagnasco: "Vita e famiglia non negoziabili"

Aperta la Settimana sociale dei cattolici con un messaggio del Pontefice: L'occupazione "stabile e dignitosa" collocata tra le emergenze etiche e sociali


Il presidente della Cei attacca: "Ci sono valori su cui i vescovi non taceranno"
Ai laici impegnati in politica: "Ascoltino il magistero della Chiesa"


 Il papa contro il lavoro precario Bagnasco: PISTOIA - Una dura critica alla precarietà nel lavoro "che può minare le basi della società" e, subito dopo, la riaffermazione orgogliosa che sui temi caldi degli ultimi mesi, come vita e famiglia, "i vescovi non taceranno" perché la Chiesa li ritiene "non negoziabili". Si apre così, con un messaggio del Papa e un discorso del presidente della Cei Bagnasco, la Settimana sociale dei cattolici.

Società compromessa. Il lavoro, secondo quanto affermato da Benedetto XVI, è collocabile tra le "emergenze etiche e sociali", "in grado di minare la stabilità della società e di compromettere seriamente il suo futuro". La "precarietà del lavoro", denuncia ancora il Pontefice, non permette ai giovani di costruire una famiglia, con la conseguenza che "lo sviluppo autentico e completo della società risulta seriamente compromesso". Nel suo messaggio il Papa ha ricordato anche come il "rispetto della vita umana e l'attenzione da prestare alle esigenze della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna" non sono "valori e principi solo cattolici, ma valori umani comuni da difendere e tutelare, come la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato".

I valori non negoziabili. Su questo punto è intervenuto anche monsignor Bagnasco, che ha definito vita e matrimonio "valori non negoziabili" ovvero "non riconducibili al processo di secolarizzazione e di relativizzazione". Per questo, ha insistito il presidente della Cei, "la parola dei pastori non potrà essere assente, sarà una parola chiara, ferma e rispettosa, protesa anzitutto a ribadire i principi non negoziabili". "Chi sta vicino alla gente, al contrario di quanti si muovono da posizioni preconcette - ha detto ancora Bagnasco - percepisce che esiste ed è forte l'attesa di una loro parola, dato che il delicato momento vissuto dal Paese rende ancora più forte l'esigenza di punti di riferimento autorevole".

L'invito ai politici. Poi l'arcivescovo di Genova ha rivolto anche un monito ai politici. "Nel diretto impegno politico - ha ricordato - i laici sono chiamati a spendersi in prima persona attraverso l'esercizio delle competenze e contestualmente in ascolto del Magistero della Chiesa". "Non è questo il tempo - ha proseguito - di disertare l'impegno, semmai di prepararlo e orientarlo".

Lavoro stabile un bene comune. Sul tema del lavoro, Bagnasco, facendo proprie le parole del Pontefice ha ricordato che la Chiesa italiana ribadisce il diritto al "lavoro stabile, sicuro e dignitoso". "Senza questo elemento del lavoro stabile, sicuro e dignitoso - ha aggiunto - diventa difficile parlare di bene comune".

Il caso Eluana. Il presidente della Conferenza episcopale italiana ha toccato anche il tema dell'eutanasia, tornato di stringente attualità dopo la sentenza della Cassazione sulla vicenda di Eluana Englaro. La vita, ha spiegato Bagnasco ribadendo la posizione già espressa dal Vaticano, è un bene indisponibile che secondo la Chiesa va sempre custodita e difesa. "Dobbiamo essere tutti quanti stimolati - ha osservato - ad una riflessione sempre più puntuale e concreta su questo grande tema della vita che comporta anche il tema del morire".

La vita dono di Dio. "La vita - ha aggiunto - è un bene assolutamente indisponibile, perché dono di Dio ma anche sul piano solamente di ragione questa è una realtà evidente e la Chiesa come è noto riconosce questo diritto, il diritto alla vita, che deve essere sempre assolutamente custodito e difeso da qualunque attacco come l'eutanasia, sia esso palese o sia esso portato in modo surrettizio".


Origine: Repubblica

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