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lunedì 15 ottobre 2007

PI: I robot ameranno gli uomini

I robot ameranno gli uomini

Roma, lunedì 15 ottobre 2007 - Chi ha mai sperato di contrarre regolare matrimonio con un robot (o con una robottina)? Secondo David Levy, apprezzato ricercatore in intelligenza artificiale dell'Università di Maastricht (Olanda), forse è il caso di farci un pensierino. "Prevedo che intorno al 2050 lo stato del Massachusetts sarà la prima giurisdizione a legalizzare il matrimonio con i robot", dice il ricercatore.

Naomi Campbell in versione RobotL'affermazione, certamente singolare, non è passata inosservata: chi lo riferisce è MSNBC, a sua volta ripresa da Slahdot. Levy sostiene questa ipotesi accompagnandola con numerose argomentazioni a supporto, sulla base della sua tesi di laurea, intitolata Le relazioni intime con partner artificiali.

"Il Massachusetts è uno stato più liberale della maggior parte delle altre giurisdizioni statunitensi ed è stato un precursore della legalizzazione dei matrimoni tra esseri dello stesso sesso", dice Levy. "Inoltre, in quella zona si respira aria di ricerca high-tech, per esempio al MIT". Davvero stupefacente, geeky, direbbe qualcuno. Ma ci sono altre argomentazioni, piuttosto solide, che secondo Levy sono da portarsi a sostegno di questa futuribile previsione. "Inizialmente, far sesso con un robot può essere considerato geeky, ma non appena un titolo a caratteri cubitali come ho fatto sesso con un robot ed è stato bellissimo dovesse apparire sulla rivista giusta, sono certo che molti vorrebbero prendere... lo stesso treno", ammicca Levy, con evidente riferimento alle... debolezze umane e a qualche centinaio tra libri e film di sci-fi.

Non solo: il meccanismo di certo porta alla mente la mitologia greca, a Pigmalione che si innamora della statua di Afrodite. Riconducendolo ai tempi moderni, continua l'articolo di MSNBC, già 40 anni fa gli scienziati rilevarono che a volte gli studenti restavano inspiegabilmente attratti da ELIZA , un programma per computer progettato per fare domande ricalcando l'azione di uno psicoterapeuta.

"Se si guarda all'evoluzione dei robot nel suo complesso, si è passati da impieghi impersonali, quali l'essere di supporto in compiti ripetitivi e logoranti, a forme molto più evolute e meno robotiche: si pensi a giocattoli come Aibo di Sony e, successivamente, ai vari Tamagotchi". Nella sua tesi, Levy ipotizza dunque che nel prossimo futuro l'aspetto dei robot diventerà talmente simile a quello umano, sia per quanto attiene all'aspetto che alle abitudini e alla "personalità", da far scattare automaticamente l'attrazione.

Un altro fulcro sfruttato da Levy a sostegno dell'argomento è l'analogia con i processi psicologici umani legati alle dinamiche delle relazioni: "Gli psicologi hanno identificato una dozzina di ragioni a causa delle quali la gente si innamora e ciascuna di esse può essere applicata anche alle relazioni umano-robot. Per esempio, le somiglianze in tema di personalità e conoscenze sono una di quelle ragioni e, in un robot, è possibile programmarle. Un'altra è quella della consapevolezza di piacere al partner, e anche questo è programmabile ", dice.

Lo scorso anno Henrik Christensen, fondatore di European Robotics Research Network, ha previsto che le persone faranno sesso con i robot entro cinque anni: Levy ora ritiene che ciò sia molto probabile.

Sul profilo etico, sostiene il singolare ricercatore, vi potranno essere solo vantaggi: dal calo delle attività pedofile alla possibilità di offrire del sesso ai criminali in carcere e alla riduzione della prostituzione. Conclude spiritosamente Levy: "Almeno in circostanze dove l'umano accetterà il robot, non si sentirà più dire non mi va, ho mal di testa, magari domani ma, piuttosto, non mi va, ho mal di testa, usa il robot".

Marco Valerio Principato

origine: http://punto-informatico.it

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