Monica versione pupa del gangster
"Mi ispiro a tutte le dive bionde"
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Quanto al film, è tratto da un romanzo dello svizzero José Giovanni, già trasposto sullo schermo nel 1966 da Jean-Pierre Melville, col titolo "Tutte le ore feriscono... l'ultima uccide". E' la storia di Gu (Daniel Auteuil), criminale evaso che ritrova la sua donna, Manouche (Bellucci). Braccato dalla polizia, deciso a fare un colpo, ossessionato dall'idea di essere creduto un traditore, il nostro antieroe va incontro al suo destino. Il tutto con scenografie patinate, e con molto gusto per i dettagli stilistici datati anni Sessanta. Ecco come la protagonista - affascinanate sempre, aria leggermente stanca e a tratti un po' annoiata - descrive l'esperienza.
Monica, lei ha voluto fortemente che Manouche fosse bionda. Ma qui alla Festa, subito prima del suo film, è stato proiettato un omaggio a una grande diva italiana bruna: Anna Magnani...
"Lei è una grandissima ispirazione per qualsiasi persona faccia cinema, così come le altre dive italiane dell'epoca: Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Claudia Cardinale... Diciamo che, anche se per questo film mi ispiro alle bionde, mi sono avvicinata a questo mestiere grazie alle brune!".
E cosa pensa in particolare della Loren, l'altra grande star di questo inizio di Festa?
"Lo ripeto: se faccio cinema, è anche grazie a questa splendida signora. Che, tra l'altro, non ho mai avuto l'onore di conoscere".
Tornando a "Le deuxieme souffle", ci parli un po' della sua Manouche.
"Questo ruolo per me è stato un regalo. Una donna molto molto femminile, ma anche molto forte, visto che viene dalla strada. Cerca di rifarsi un'immagine (per questo diventa bionda), ma resta una selvaggia. Si vede anche nel rapporto col suo uomo: farebbe tutto per lui, ma poi, quando capisce che sta per morire, si avvicina a un altro. Perché vuole sopravvivere".
Quanto è importante il look che sfoggia sullo schermo?
"Mi è servito molto per calarmi nella parte. Manouche ha molto tempo per curare se stessa, e la sua immagine: indossa bustini, reggiseni a punta, e così via. Cosa che invece noi donne di oggi, che pure abbiamo conquistato tanti diritti, non facciamo: lavoriamo troppo, ci occupiamo dei figli, e così via".
Contenta di presentare il film qui alla Festa?
"E' un onore esserci. Anche se lavoro molto in Francia e negli Usa, io resto italiana. In America, poi, non potrei mai vivere: mi piace l'energia che c'è, ma un po' mi sovrasta. E' troppo lontana dalla mia cultura".
Restando in Italia, cosa pensa delle rivendicazioni del movimento Centoautori, che vorrebbero importare il modello cinematografico francese?
"Hanno ragione. In Francia si producono 200 film, in Italia venti. Non per mancanza di talento, ma per ragioni politiche ed economiche".
E invece come giudica, da persona che risiede in Francia, dalla separazione dei coniugi Sarkozy?
"So quanto è complicato avere una vita privata, non esprimerei mai un giudizio su quella di un'altra coppia".
Progetti?
"Sto per cominciare a girare un thriller psicologico con Sophie Marceau, diretto da Marina De Van. Giriamo in Puglia".
Origine: Repubblica
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