L'architetto Franco Valente, attraverso la stampa locale, ha sollevato il dubbio sulla scelta dell'Anas. Ecco la risposta del Direttore Centrale Relazioni Esterne e Rapporti istituzionali Giuseppe Scanni.
Vorrei contribuire a mettere la parola fine ad una polemica sulla denominazione di un sottopasso della nuova Variante di Venafro che francamente è diventata stucchevole. In ogni caso la polemica è stata frutto di un equivoco. L'architetto Valente, infatti, confonde il Viadotto Venafro con il sottopasso Scarabeo, che si trova ad una distanza di appena 900 metri dal Monte e dalla Masseria Scarabeo (così come risulta dalla carta tecnica allegata).Tuttavia la "confusione" dell'architetto Valente, sebbene esasperata, è stata in parte originata dall'errore compiuto dalla ditta incaricata di installare la segnaletica che, per qualche giorno, ha apposto erroneamente il segnale sottopasso "Scarabeo" allo svincolo di Pozzilli, a circa 9 km dalla sua posizione originaria.
Il segnale, subito rimosso, è stato ricollocato correttamente presso lo svincolo di Venafro, in corrispondenza del sottopasso Scarabeo, così come originariamente previsto.
La denominazione è stata tratta da toponimi presenti nella carta dell'Istituto Geografico Militare F161 III N.O. e nella Carta Tecnica Regionale ufficiale F.404131. Scarabeo, è importante sottolinearlo, non è uno sconosciuto toponimo geografico. Il monte è stato infatti intitolato a Francesco Scarabeo, tenente medico del XIII Reggimento di Fanteria, insignito durante la prima guerra mondiale di ben tre medaglie al valor militare, ancora oggi ricordato a Venafro per la sua assoluta abnegazione nei confronti dei malati e per l'opera che svolse gratuitamente per anni presso l'ospedale cittadino.
Giuseppe Scanni
Direttore Centrale Relazioni Esterne e Rapporti Istituzionali
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