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martedì 20 luglio 2010

Il Sagrantino di Montefalco


Il Sagrantino di Montefalco è un noto vino umbro, prodotto nella zona che si trova a sud della città di Perugia.
La sua storia è controversa e non esistono opinioni unanimi a riguardo, ma tutti concordano nel sostenere che questo grande vino ha una storia secolare.
Per alcuni le sue origini sono spagnole, per altri sarebbe invece stato importato in Italia dai Saraceni. Alcuni lo fanno risalire ai tempi di Plinio il Vecchio, che nei suoi componimenti descriveva l'uva Itriola, tipica delle zone umbre, mentre altri ancora lo collegano ai Francescani, che ne avrebbero introdotto la coltivazione nel nostro paese.
Se la sua comparsa in Italia non ha solide certezze, pare che invece il merito della sua coltivazione sia dovuto ai monaci Benedettini, che si sono adoperati per bonificare il terreno e per coltivare l'uva da cui hanno poi ricavato il Sagrantino.
Questo vino si è sempre distinto nel corso dei secoli ed ha saputo farsi apprezzare anche dalle tavole dei ricchi signori, fino ad arrivare ad allietare il palato di Governatori e Papi durante il Rinascimento.
Passato un periodo di crisi attorno al 1960, è stato nuovamente apprezzato negli anni '80, giungendo ad ottenere prima la Denominazione di Origine Controllata e solo successivamente - nel 1992 - il riconoscimento attribuito a pochissimi vini italiani: la Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Il disciplinare di produzione indica con precisione la zona in cui deve essere prodotto. Il territorio è infatti quello del Montefalco, insieme ai comuni di Giano dell'Umbria , Bevagna, Gualdo Cattaneo e Castel Ritaldi, facenti tutti parte della provincia di Perugia.
Esistono due tipi di vini ricavati dalle stesse uve: un vino rosso secco ed un passito molto adatto da accompagnare al dessert.
Il Sagrantino di Montefalco rosso secco necessita di un lungo periodo di affinamento: dodici mesi da passare in botti di legno e diciotto mesi da passare in bottiglia, prima di essere immesso al consumo. E' un tipo di vino particolarmente longevo.
Si caratterizza per la grande ricchezza di tannini e di polifenoli e ben si abbina a cacciagione, selvaggina, formaggi a pasta dura, carni alla griglia e salse brune.
La sua versione dolce - il passito - si ottiene dopo un'attenta selezione delle uve, che vengono fatte passire su graticci per almeno due mesi. Successivamente si passa alla fase della vinificazione, che si ottiene facendo fermentare il vino insieme alle bucce.
Questo passito dolce e asciutto per la presenza di tannini è indicato per accompagnare formaggi stagionati oppure dolci secchi o da forno. Lo si può abbinare anche a crostate di frutta, come quella ai lamponi, ai frutti di bosco o quella alle more.
Si presta ad essere anche un ottimo vino da meditazione.
E' possibile trovarlo in vendita nelle migliori enoteche.








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