Terna, AD Flavio Cattaneo, punta a sostituire la vecchia rete riducendo molto la quantità di cavi aerei.
Ecco come saranno i piloni che dal 2013 sostituiranno in tutta Italia le vecchie linee elettriche
Funzionalità ed estetica. Se li ritenete due concetti incompatibili, date un’occhiata alle immagini di questa pagina e vi accorgerete che la bellezza può essere declinata in forme diverse. Comprese quelle dei tralicci ad alta tensione, forse i manufatti più ostici da reinventare all’insegna della creatività.
Da «soldati industriali» che scempiano il paesaggio, a malapena tollerati in funzione della loro utilità, ad «alberi» tecnologici capaci di dialogare con il territorio. Tralicci d’autore: una rivoluzione sul fronte impiantistico e ambientale.
In futuro vi capiterà di vederne parecchi. Il tempo di collaudare i prototipi che si sono aggiudicati il primo premio del concorso internazionale «Tralicci del futuro», bandito da Terna nel 2007 e vinto dallo Studio Rosental, capofila del gruppo composto dall’architetto Hugh Dutton con le società Cegelec Centre e Gozzo Impianti. La nuova generazione di sostegni, dopo i «Monostelo» e i «Foster», è destinata a rinnovare progressivamente chilometri di vecchie linee elettriche ad alta tensione da un capo all’altro della penisola. Dutton, tra le altre cose, è noto per aver progettato con il collega Benedetto Camerana il grande arco olimpico che svetta a Torino sul Lingotto.
I test saranno effettuati vicino a Livorno nel primo semestre 2012. Obiettivo: sostituire le strutture tronco-piramidali, odiate da ambientalisti e non solo, con soluzioni compatte, di minore ingombro e impatto visivo. Il progetto si unisce a un’altra sfida, cioè lo smantellamento di 1.200 chilometri di vecchie linee (pari a circa 4.800 tralicci), sostituiti con soli 450 chilometri di nuovi elettrodotti.
Leggeri ma resistenti, flessibili eppure stabili: i «Rosental-Dutton» si ispirano alla forma più naturale ed essenziale possibile, quella degli alberi, ma usando materiali all’avanguardia. «Ogni struttura è concepita in lamiera tagliata al laser e piegata a freddo secondo le forme volute - spiega l’architetto Giorgio Rosental -. Partendo da una sezione di diamante alla base, i piloni si trasformano in triangoli verso le estremità dei rami, ciascuno dei quali reggerà i cavi che trasportano la corrente a 380 kV». Non solo: i profili triangolari dei piloni fanno in modo che da qualsiasi punto di vista sarà visibile una sola faccia e si eviteranno i contrasti ombra-luce.
Non a caso, aggiungono dallo Studio Dutton, «questo progetto muove dalla convinzione che un uso sapiente ed equilibrato delle tecnologie sia una grande opportunità per l’uomo del futuro». E anche per quelli del presente, spesso impegnati in battaglie estenuanti a colpi di petizioni contro i tradizionali gabbioni in acciaio: strutture standardizzate e brutali nella loro funzionalità, che violentano il paesaggio per chilometri.
Come ricorda Terna, i «RosentalDutton» sono solo l’ultimo modello di una serie di prototipi già sperimentati. Oggi vanno per la maggiore i sostegni tubolari «Monostelo», che hanno una base di cinque metri quadrati contro i 150 dei vecchi tralicci: ne sono stati installati 41 in Val d’Ossola nell’intervento di riassetto della rete elettrica a 132 kV. Altri esemplari sono in servizio sulla linea «Laino-Rizziconi» (Parco del Pollino), sulla «San Fiorano-Robbia» (Parco dell’Adamello) e sulla «Chignolo Po-Maleo» tra Pavia e Lodi. Poi i «Foster», creature di sir Norman Foster e impiegati in un unico elettrodotto, sulla linea «Tavarnuzze-Santa Barbara», presso Scandicci.
Dal 2013 toccherà dunque ai «Rosental-Dutton», coerenti con il nome del progetto che li ha partoriti: «Dancing with Nature». Piloni che danzano con il paesaggio, pronti a mandare in congedo i vecchi «soldati industriali». Non ci mancheranno.
Fonte: La Stampa (Alessandro Mondo)
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