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martedì 3 settembre 2024

Acicastello: No al libro sul fascismo del Prof. Carlo Ruta


Dopo ampia pubblicità il giorno fatidico della presentazione del libro del Prof. Carlo Ruta sul Fascismo del 01 settembre 2024 ad Aci - Castello è stato revocato dall’amministrazione comunale di destra per la presentazione nazionale. Una vera censura da parte dell’amministrazione comunale che ripropone il tema della libertà d’informazione. Un libro edito da Sapere libri e pubblicato il 01 agosto 2024 che racconta la storia del Fascismo nella sua forma totalitaria e trasformista, Ripensare la dittatura: il potere mussoliniano, il regime plurale la formazione dello stato totale.

Il rigetto dell’Amministrazione Comunale è avvenuto per motivi prettamente politici e si sarebbe svolto nel luogo del Palazzo dei Normanni ad Acicastello. Il libro, uscito in agosto, è stato recensito in anteprima da «Patria Indipendente», organo nazionale dell’ANPI, con un ampio servizio-reportage firmato dall’antropologa campana Annalisa Di Nuzzo e rilanciato poi da tutti i notiziari ANPI d’Italia.

Lamentele anche da parte della giornalista Flavia Bonaccorso che su Facebook ha presentato in un’intervista con il Prof. Ruta sul libro con ottomila visualizzazioni. Dice il Prof. Ruta: “E’ stato stracciato il lavoro di altre persone, tra cui l’epistemologo Giuseppe Varnier “. La strutturazione del libro è stata frutto di un lavoro di alto profilo metodologico e contenutistico condotto da Carlo Ruta su documenti inediti del Ventennio fascista, tra cui un quaderno della Resistenza partigiana, che propone una nuova chiave di lettura sul regime mussoliniano, interpretato non solo come totalitario ma anche come plurale e trasformista.

Raccontiamo la dinamica dei fatti che hanno portato alla decisione del Sindaco Scandurra. Nei primi di agosto la giornalista etnea Flora Bonaccorso, dopo l’ampia intervista alla Fortezza dei Normanni sul libro in uscita, invitava lo studioso a un dibattito pubblico, in prima nazionale, proprio nel castello medievale. Dopo avere preso contatto con le ufficialità municipali che hanno condiviso l’idea e hanno stabilito insieme la data di domenica 1° settembre.

Solo dopo le rassicurazioni lo storico ha assicurato la sua presenza all’incontro, in cui avrebbe dovuto conversare sul libro con l’avvocato Salvo Pace del Foro di Catania. Si cominciava a uscire allora nei social, a partire dal profilo FB di Giovanna Corradini, direttrice dell’Area multimediale del Laboratorio degli Annali di storia con sede a Ragusa.

Ma alcuni giorni prima del 01 settembre l’Amministrazione Comunale, guidata da Carmelo Scandurra, si comunicava alla giornalista che la richiesta era stata ufficialmente rifiutata. Ma quest’ultima replicava con l’emissione di un reclamo pubblico su un forum territoriale, in cui invitava l’assessore al ramo a spiegarne le ragioni, dice la Bonaccorso: «considerato che si trattava di un’analisi storica fondata su documenti inediti che sarebbero stati messi a disposizione del pubblico durante la presentazione del libro».

Un consigliere comunale di opposizione, Maurizio Marino, associandosi al disappunto della cronista, annunciava un intervento ufficiale in sede consiliare. La risposta ufficiale della Giunta non è mai arrivata ma dall’entourage amministrativo sono giunte voci concordanti aventi questo tenore: «La partecipazione del Comune alla vita culturale e democratica di Aci Castello è una consuetudine ben radicata, ma il tema del libro di Carlo Ruta può creare imbarazzo all’Amministrazione attuale, quindi la richiesta non può essere accettata».

La stessa Giovanna Corradini, direttrice dell’area multimediale del Laboratorio degli Annali di storia, con sede a Ragusa, ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: «La presa di posizione della Giunta Comunale di Aci Castello, che ha rifiutato la prima presentazione in Italia del saggio Il fascismo totalitario e trasformista di Carlo Ruta, è un fatto che mi lascia incredula. Davvero nel Catanese, custode di retaggi storici e culturali eminenti, si ha timore di parlare della storia del primo Novecento? Questo è un fatto sintomatico, pericoloso e lesivo della libertà di ricerca storica».

Mentre Il prof. Carlo Ruta, interpellato per telefono, si è limitato a osservare: «Davvero non mi aspettavo qualcosa del genere, che evoca i tempi più oscuri. Che dire? Mi rendo conto che la situazione in Italia è sempre più allarmante».

Terminiamo con il ricordo della carta dei diritti fondamentali dell’UE di cui all’art. Lo 11 sulla libertà di espressione e informazione che sancisce:

al comma 1: “che ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”

al comma 2: “La libertà dei media ed il loro pluralismo sono rispettati”.

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