L'ALLARME DI EGP FIPE: "FORTE IL RISCHIO DI DUMPING CONTRATTUALE ANCHE NELLE GAMING HALL. OCCORRE INTERVENTO DELLE ISTITUZIONI PREPOSTE"
Il Presidente Cangianelli: "Il lavoro qualificato è fondamentale per garantire legalità, tutela della salute e concorrenza equa"
Roma, 22 luglio 2025 – "La lotta all'illegalità e la tutela della salute dei consumatori passano anche dalla cura della professionalità di chi lavora nelle gaming hall, la cui qualificazione è assolutamente imprescindibile. Questa è la sede giusta per esprimere la nostra preoccupazione per il permanere del fenomeno del dumping contrattuale che ormai interessa anche gli esercizi autorizzati al gioco pubblico".
Così Emmanuele Cangianelli, Presidente di EGP FIPE, l'organizzazione di categoria degli esercenti attivi nei giochi regolamentati parte di Confcommercio, in occasione della presentazione del "Manuale sul Dumping Contrattuale nei Pubblici Esercizi" tenutasi oggi al CNEL.
Un fenomeno certamente pericoloso che emerge dai risultati della ricerca condotta da ADAPT sulla base dei contratti depositati presso il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro. Da questa emerge chiaramente come, anche per le sale specializzate nei giochi pubblici, si assista alla diffusione di contratti collettivi nazionali firmati da sigle sindacali poco rappresentative, con condizioni economiche e normative più svantaggiose. Tutti fattori che rischiano di alimentare un mercato del lavoro parallelo e sottopagato.
"Come accade per i pubblici esercizi in generale, tra i contratti depositati solo alcuni – tra cui il CCNL FIPE – hanno una reale applicazione diffusa e riconosciuta, a fronte di altri che interessano solo poche centinaia di lavoratori a livello nazionale – conclude Cangianelli – Così si generano disparità sostanziali nei trattamenti economici, in particolare per le figure operative. Come EGP FIPE crediamo sia doveroso richiamare l'attenzione sull'opportunità di un intervento deciso da parte di Governo, INPS e Ispettorato del lavoro affinché sostengano le imprese che adottano contratti più rappresentativi, intervenendo su chi cerca scorciatoie per ridurre il costo del lavoro, rischiando così di abbassare gli standard necessari all'esercizio delle concessioni di giochi pubblici. Condizioni che alimentano, di fatto, una concorrenza tossica a scapito dei lavoratori, creando ingiustizie anche nella competizione tra imprese e allontanandosi dai livelli di offerta essenziali per la legalità, la tutela degli utenti e l'integrità del comparto dei giochi pubblici."



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