Il vertice dei Brics di Rio de Janeiro del 5-6-7 luglio 2025 termina con una dichiarazione finale che si distingue per i suoi toni molto cauti e con formule generiche per evitare frizioni con gli Stati Uniti. Le critiche contro gli annunciati dazi verso i paesi Brics di Trump sono state declassificate. La mancata presenza di Xi Jinping pone un ruolo diplomatico al vertice lo stesso, infatti, non vuole avere ulteriori problemi con gli Stati Uniti. Tra le dichiarazioni finali certamente la grande preoccupazione sulla problematica tariffaria dei dazi che stanno sconvolgendo il commercio mondiale non rispettando le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio.
Le
guerre in atto certamente rappresentano una preoccupazione per il nuovo ordine
mondiale dei paesi emergenti. I Brics hanno deciso di voltare le spalle all’Ucraina
condannando gli attacchi terroristici delle infrastrutture ferroviarie nelle
regioni di Bryansk, Kursk e Voronezh che hanno provocato molte morti tra i
civili, tra cui bambini. Importante l’atteggiamento dei Leader verso la
problematica di gaza che rappresenta per loro una ampia preoccupazione per l’occupazione
del territorio palestinese. Un appello verso il diritto internazionale e l’uso
della fame come strumento di guerra. L’ordine Brics ha inoltre dato all’unanimità
il suo sostegno alla soluzione dei due stati nel rispetto dei confini del 1967
come strumento di pace e di stabilità dell’area.
La
parte economica della dichiarazione finale ha invece considerato la preminente
riforma del Fondo Monetario internazionale che ha chiesto l’aumento del
versamento delle quote dei paesi emergenti ed in via di sviluppo condizione
insostenibile per molti paesi. In tal senso i Brics hanno rilanciato la loro Banca
di Sviluppo (NDB) che ha delle potenzialità utili a sviluppare e modernizzare il
sud del mondo attraverso il potenziamento delle valute locali per sostenere le disuguaglianze.
I BRICS oggi rappresentano il 41% della popolazione mondiale, con
oltre 3,2 miliardi di persone distribuite tra Cina, India, Brasile, Russia e
Sudafrica. Dal punto di vista economico, il PIL nominale combinato del gruppo
si attesta a circa 28 trilioni di dollari (27% del PIL globale), mentre a
parità di potere d’acquisto (PPP) sale a 65 trilioni, rappresentando il 35%
dell’economia mondiale.
Nel 2025, la presidenza dei BRICS è detenuta dal Sudafrica. Attualmente, i
partner dei BRICS sono Bielorussia, Bolivia, Vietnam, Kazakistan, Cuba,
Malaysia, Nigeria, Thailandia, Uganda e Uzbekistan. Con
l’aggiunta di nuovi membri come Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti,
il loro peso è in ascesa in termini di economia mondiale.
Ultimo ad entrare nel gruppo nel giugno del 2025 il Vietnam che si è unito ai BRICS
come paese partner dell'associazione. Il Vietnam è diventato il decimo partner
dell'associazione e "condivide con i membri dei BRICS l'impegno per un
ordine internazionale più inclusivo e rappresentativo". "Con una
popolazione di quasi cento milioni di abitanti e un'economia dinamica
profondamente integrata nelle catene del valore globali, il Vietnam è un attore
chiave in Asia".
I Brics possono essere a pieno titolo considerati un organismo di
cooperazione globale che si propone con forza all’egemonia occidentale con un
processo ormai validato che può aiutare le economie emergenti attraverso
pagamenti alternativi ed una propria banca di controllo. Un confronto oramai
incolmabile con il vecchio continente e con l’occidente già costituito nell’ordine
mondiale come organo di potere per il controllo globale che non ha saputo
mantenere la sua egemonia.




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