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venerdì 19 febbraio 2010

La manipolazione di chemioterapici antiblastici

Studi clinici dimostrano che i citostatici hanno un'alta incidenza d'effetti collaterali. Possono esercitare
azione carcinogena, mutagena, irritante, vescicante e sono possibili, inoltre, reazioni di tipo allergico.

Da ciò va opportunamente valutato il potenziale rischio per il personale addetto alla manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici. Sono farmaci pericolosi anche in piccole quantità e, attualmente, non è possibile determinare la soglia minima di rischio nel luogo di lavoro. L'incremento del numero e dell'uso di citostatici nel corso di questi ultimi anni ha aumentato considerevolmente il rischio di chi si occupa della manipolazione di questi farmaci ad azione antiblastica.

La manipolazione di chemioterapici antiblastici deve essere quindi effettuata in locali adibiti alla sola preparazione di tali farmaci, lontani, comunque, da transito di altro personale, anche allo scopo di ridurre la contaminazione microbica.

Tali locali devono essere conformi con quanto prescritto dalla normativa sull'igiene e la sicurezza nei luoghi di lavoro, ed in particolare dal D.P.R. 547/55, dal D.P.R. 30/56. dal Decreto Legislativo 626/90 e successive modifiche.

Il locale deve essere provvisto di una cappa a flusso laminare verticale. Sarebbe opportuno condiderare anche una stanza filtro, in modo da poter mantenere un maggiore isolamento tra il locale adibito alla manipolazione e gli ambienti esterni.
In questo locale devono essere conservati in armadi chiusi i mezzi protettivi individuali DPI (camici, guanti, maschere, ecc.) ed i mezzi di sicurezza da utilizzarsi in caso di emergenza (sostanze adatte alla neutralizzazione chimica, dispositivi o preparati per l'assorbimento dei farmaci in casa di cadute o stravasi accidentali).

Sarebbe opportuno, nella stanza filtro o in un box ricavato nei locali di preparazione, predisporre un punto di decontaminazione fornito di un lavandino a pedale, di un lavaocchi di sicurezza e di un Kit di emergenza. I locali adibiti alla preparazione devono avere una superficie abbastanza ampia per permettere il regolare svolgimento del lavoro da parte del personale addetto alla preparazione; è necessario altresì che siano dotati di pavimento e pareti in materiale facilmente lavabile (es. pvc) con sgusci agli angoli.

Allo scopo di contenere la carica microbica all'interno dei locali adibiti alla manipolazione di chemioterapici antiblastici, il materiale deve essere limitato alle normali scorte giornaliere (tutto ciò che può rilasciare particolati come carta, carboni, richieste ordini, pc devono essere tenuti fuori), inoltre è vietato conservare cibi e bevande, mangiare, bere, fumare, masticare chewing-gum, truccarsi. 

Le operazioni di pulizia devono essere eseguite secondo procedure scritte da fornire al personale addetto. Da un punto di vista logistico sarebbe opportuno dotare il locale di un pulsante per le emergenze, di un interfono a viva voce (evitare quindi l'installazione di un telefono, perchè facilmente contaminabile ) e di un sistema a cassetto per il passaggio dei farmaci pronti per minimizzare le entrate e le uscite del personale.

Il locale dovrebbe essere fornito di un sistema di condizionamento forzato che garantisca almeno da sei a dieci ricambi d'aria all'ora, con una velocità dell'aria immessa dall'impianto non superiore a 0,15 m/sec. Per mantenere la depressione all'interno del locale è necessario che le porte d' accesso siano del tipo a battente con apertura verso l' esterno. La ripresa dell'aria deve essere effettuata attraverso un filtro HEPA. Le condizioni ambientali ideali del locale sono: T=20° (inverno) e 20-25° (estate ) con umidità relativa al 50%.

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