Inviato da BP
Polly Toynbee, ex-Bbc che qualcuno in Gran Bretagna definisce "the Guardian's Charlotte Corday", difende il giornalismo stampato e se la prende con la blogosfera che tenta di “farci urlare se si vuol essere ascoltati” e che propone una lettura più veloce e immediata rispetto all’ “investimento di tempo” che un articolo vero richiede.
"E' un rischio per i lettori lo stile dei blog". Ad affermarlo é stata Polly Toynbee, nota 'firma' del quotidiano britannico Guardian, nel corso dell’annuale 'Bagehot Lecture' organizzato dal Queen Mary College, tenendo un discorso intitolato “l’arte della cronaca”.
La Toynbee, ex-Bbc che qualcuno in Gran Bretagna definisce "the Guardian's Charlotte Corday", é considerata un autentico guru della pubblicistica laburista ed i suoi recenti 'elzeviri' prendono di mira il giornalismo politico britannico che soffre di una febbre “antidemocratica”.
La cura secondo Toynbee? Più rispetto verso i leader e meno ossessione per la cultura dei blog.
Sull'informazione in rete, in particolare, ha detto che “Il mondo dei media sta diventando sempre più chiassoso, con una crescente difficoltà per chi vuole farsi ascoltare o per chi vuol essere realmente informato”.
“La gente per fortuna si chiede quale sia la differenza tra un blog e un pezzo di cronaca - ha proseguito la Toynbee - o cosa distingua qualitativamente MySpace da una pagina del Guardian. Bisogna avere grandi doti e grande tecnica per scrivere un pezzo che sia coerente, che abbia un inizio, un centro e una conclusione, nonché almeno tre notizie che il lettore non conoscesse prima”.
Non é dunque tanto preoccupata per la professione, ma ha sottolineato il “rischio” rappresentato dallo “stile della blogosfera”, che tenta di “farci urlare se si vuol essere ascoltati” e che propone una lettura più veloce e immediata rispetto all’ “investimento di tempo” che un articolo vero richiede.
E i blogger ce l'hanno con lei: “Ho una cinquantina di acerrimi nemici, che sembrano alzarsi tutti alle cinque del mattino. Naturalmente non hanno mai comprato il Guardian, non si sporcherebbero le dita con il suo inchiostro. E purtroppo, senza le vecchie lettere, oggi si deve rispondere necessariamente in rete, quindi in pubblico, a persone che restano nell’anonimato”.
Una prassi che, ha concluso la giornalista, incentiva la gente a non assumersi la responsabilità di quello che afferma.
BP
<<Polly Toynbee, il suo 'profilo' sul Guardian>>
fonte:
www.presspubblica.it/index.php?option=content&task=view&id=944&Itemid=2
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