Un quadro ferma l’incontro di culture diverse in un Caffè. Esposto alla mostra “Trieste e la Sublime Porta” testimonia la possibilità di trovare accordi, di costruire e conoscere strade per condividere diversità.
La Sublime Porta, l’accesso al palazzo del Gran Visir a Istanbul indicava per estensione tutto l’Impero Ottomano. Nella mostra curata da Alessandra Sirugo troviamo carteggi, immagini, documenti che raccontano secoli di scontri avvenuti dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente. Solamente dopo l’assedio di Vienna del 1697 , dove si conclude l’avanzata turca in Europa, Oriente e Occidente trovano modo di rapportarsi costruttivamente. Col tempo si ratificano contratti di commercio e navigazione e in campo artistico possiamo riscontrare gli scambi delle due culture, che si scoprono e si immaginano.
Trieste come porta tra oriente e occidente, crocevia di etnie è fermata nel quadro di Francesco Beda, una matita su carta dove albanesi, serbi, turchi mediorientali discutono in un Caffè sito in una via vicina al porto. Siamo sul finire del 1800, e “.. fuori dalla porta del Caffè Greco, detto anche Caffè Orientale, i mercanti di sete e di frutta fumavano nei narghilè o nelle pipe di gelsomino, vestiti di abiti scarlatti..” (G.Caprin). I commerci spesso si concludevano in un Caffè e l’incontro fra le diversità diventava possibile grazie allo scambio costruttivo, un’obbiettivo condiviso.
Si ringraziano i Civici Musei per le immagini e la disponibilità dimostrata.
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