Il Presidente dell'Associazione LOGiCO, Moreno Marasco, commenta: "Il nostro settore offre evidenti tutele e vantaggi in termini di sicurezza nei confronti dei giocatori e rappresenta un patrimonio di legalità che necessita maggiore tutela e rispetto. Il settore dell'online, attraverso l'associazione LOGICO, è disponibile ad istituire un tavolo di confronto con le Istituzioni. Solo in questo modo si potrà giungere ad una maggiore conoscenza e a soluzioni condivise che soddisfino – senza ipocrisie –Giocatori, Stato e Concessionari".
L'online legale vale oggi in Italia il 5,4% della spesa totale e viene offerto dalle più importanti e prestigiose aziende italiane ed internazionali. Le critiche al comparto vengono mosse da coloro che ignorano che l'accesso al gioco online legale può avvenire, a differenza degli altri canali, solo dopo la registrazione dell'utente, inserendo il codice fiscale e con identificazione tramite documento di identità. L'accesso al gioco online legale è quindi consentito solo a coloro che dimostrano di essere maggiorenni e sono residenti in Italia. È inoltre prevista obbligatoriamente, al momento della registrazione l'immissione di un'"autolimitazione", affinché il gioco legale venga vissuto come un passatempo innocuo, alla portata di tutte le tasche. Ad oggi solo il settore dell'online legale prevede "barriere" per far fronte al gioco minorile e alla deriva ludopatica, tutele che nelle agenzie sarebbero possibili solamente con l'introduzione dell'identificazione tramite tessera sanitaria.
È inoltre fondamentale che le istituzioni e associazione capiscano che la pubblicità è tra i pochi strumenti a disposizione del settore dell'online per distinguersi e difendere il gioco legale e i giocatori dall'aggressione dei siti illegali. Il diritto alla pubblicità è stato invece nuovamente messo in discussione malgrado le pesanti limitazioni poste in essere con la Legge di Stabilità del 2016. Il gioco viene erroneamente equiparato al settore del tabacco, sempre nocivo, mentre ha maggiori affinità con il settore degli alcoolici, la cui pubblicità è sì regolamentata in "fascia protetta" ma non certo vietata. Ebbene, sempre per similitudine con gli alcoolici, non va demonizzato il gioco, se praticato con moderazione.
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