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martedì 29 agosto 2017

Fake news. Io sto con l'ANSA.

Ogni giorno online siamo bombardati da notizie più o meno sensazionali che vengono rapidamente condivise da migliaia di lettori. 

Più sono sensazionali e suscitano reazioni emotive (rabbia, indignazione, odio, sete di giustizia), più vengono condivise viralmente. 

Il business dei siti di informazione on line è dato dagli introiti pubblicitari. 
Questi dipendono dal numero di lettori raggiunti. 
Quindi un sito che ottiene più clic e condivisioni guadagna di più.

Purtroppo sono centinaia i siti che si approfittano di questo meccanismo psicologico e quindi divulgano fake news, le notizie false "acchiappa clic", sfruttando gli argomenti che toccano di più le corde del lettore. 

Salute, politica, tragedie, scandali, questioni sociali o anche lo sport sono temi gettonatissimi

Tra questi, la questione migranti è un ottimo argomento per far soldi online: è un problema che interessa tutti: chi si preoccupa degli aspetti umanitari dei profughi, chi della sicurezza dell'ordine pubblico.

In questi ultimi giorni di agosto 2017 la notizia del brutale stupro di Rimini di una donna polacca e un trans peruviano a Rimini sta imperversando online. 

Le testimonianze e indagini indicano 4 magrebini, più specificatamente marocchini, come gli ignobili aggressori che si sono macchiati di tale brutale violenza. 

Dal 27 agosto le news al riguardo diffuse sui social sono esplose in modo incontrollabile. 

Ma all'ora di pranzo di oggi 29 agosto i responsabili dello stupro devono essere ancora arrestati e la loro identità ancora non è certa.

Però nelle ultime 48 ore tutti si sono scatenati a scrivere e commentare impazziti contro l'immigrato, l'uomo nero, l'africano, lo stupratore. 

Online non si sa bene chi ma se si potesse già si sarebbe passati alla castrazione ("Chimica? No fisica!") o giustiziati ("Ammazziamoli tutti quanti!") dei colpevoli.

Ancora una volta mi ritrovo a constatare che il fatto che i colpevoli devono essere ancora arrestati sembra passare in secondo piano. 

La maggioranza non verifica ciò che legge (spesso fermandosi pure al solo titolo). 
Ma lo commenta.

Anche perchè "se lo scrivono tutti, deve essere vero..."

Ma il fatto NON è vero!

Chi scrive che gli stupratori sono stati presi ci prende per il culo, vuole solo i nostri clic.

A chi mi chiede come fare a capire quando ci si trova di fronte ad una bufala on line io suggerisco sempre di fare prima una verifica sul sito dell'ANSA.

Se una notizia non la trovi sull'ANSA, che è la più autorevole agenzia di stampa italiana nel mondo, è altamente improbabile che sia vera. 

Perché nel newsmaking (il lavoro che trasforma una selezione di qualsiasi cosa accade ogni istante nel mondo in notizia di interesse pubblico) il ruolo (e quindi il business che ti fa mangiare) dell'agenzia di stampa è di diramare i take non appena si ha notizia di qualche avvenimento. 

Le agenzie di stampa forniscono i "mattoni" alle redazioni giornalistiche che poi confezionano le news che poi apprendiamo dai Mass Media

Poiché l'ANSA non è la Pravda dell'Unione Sovietica, non ci troviamo di fronte ad un'agenzia asservita a chissà quale Grande Potere o schiava di un partito politico. 

Soprattutto per le notizie di Cronaca possiamo ragionevolmente confidare che quello che leggiamo nel sito ANSA rispecchi la realtà dei fatti. 

Certo, non tutte le agenzie di stampa lavorano con lo stesso scrupolo della BCC

Il passaggio del testimone verso i New Media sta spostando il "potere di diffondere le informazioni". Chiunque online è una fonte. 
Se è tecnicamente bravo a scrivere (indipendentemente dalle sue conoscenze grammaticali) può raggiungere un numero di lettori che addirittura supera le tradizionali redazioni giornalistiche. 

Da una parte c'è il vantaggio di una democratizzazione della comunicazione, dall'altro si è perso il controllo dell'attendibilità e autorevolezza. 

E si finisce che diventa vera la notizia più letta e condivisa, non necessariamente quella realmente avvenuta... Insomma, come sempre le cose sono molto complicate.

Però per capire se un fatto è avvenuto oppure no, il modo più semplice che io suggerisco per verificarlo e controllare sull'ANSA.


Andrea Pietrarota

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