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martedì 23 ottobre 2007

Il futuro della batteria è di carta






"Ultrasottile, leggerissima, pieghevole, ricaricabile, in grado di sopportare temperature estreme senza perdere in efficacia. La pila del futuro, come la carta, può essere arrotolata, piegata, tagliata in una serie quasi infinita di forme e senza che la sua potenza o l'integrità meccanica vengano compromesse. Le sue possibili applicazioni, nel panorama elettronico sempre alla ricerca del componente più piccolo e potente, vanno dai vari gadget alle automobili, dall'industria aeronautica alla medicina più avanzata: questa batteria, per funzionare, può utilizzare i liquidi corporei come il sangue o il sudore ed essere inserita sotto la cute." Repubblica.it

"La somiglianza con un foglio di carta non è accidentale: la batteria è composta al 90% da cellulosa, alla quale sono stati aggiunti dei microtubuli di carbonio che agiscono da elettrodi e che permettono la conduzione elettrica. La nano-batteria, che opera in un intervallo di temperatura compreso fra i 73 gradi centigradi sotto lo zero e i 150 gradi, si può piegare, avvolgere o tagliare senza che perda le proprie capacità. Inoltre se ne possono sovrapporre diverse aumentando così la generazione di energia." TgCom

La batteria di carta è un progetto sviluppato dagli scienziati del Rensselaer Polytechnic Institute di New York. Robert Linhardt, inventore della nano-batteria, dice però che il progetto è ancora in fase di sperimentazione e che ci vorrà tempo prima che la batteria venga messa in commercio.
Non mancano, a tal proposito, dubbi e scetticismi. Robert Sperling, dell'Università della California, esperto in fonti energetiche alternative per i trasporti, fa sapere che i nanotubi di carbonio, che fungono da elettrodi, sarebbero troppo costosi. Ed aggiunge: "Lo stoccaggio di energia elettrica resterà sempre molto più difficoltoso di quello di carburanti liquidi. Il mondo non è destinato a cambiare, almeno in tempi brevi, per questa invenzione".

Intanto, apprendiamo che siamo ormai prossimi a toccare il "picco del petrolio", cioè il momento in cui la produzione mondiale comincerà a scendere. E se i dati non sono sbagliati, la produzione resterà stabile fino al 2010. Attenzione, però, perchè i produttori ne sono consapevoli e man mano diminuiranno le esportazioni verso i paesi che, come l'Italia, lo importano e che si troveranno molto presto a secco. Perciò, se da una parte faremo i conti con l'esaurimento dell'oro nero, dall'altra parte assisteremo all'aumento di richiesta di gas e carbone, con conseguente aumento di emissioni dannose in atmosfera.

Ma niente è eterno…

di Alessandra Adelfi

Per i riferimenti si ringraziano:

Repubblica.it
TgCom
Blogeko
Il Delfino Verde

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