In Senato, per due voti in meno (158 favorevoli, sui 160 necessari per ottenere la maggioranza), la mozione di sostegno alla politica estera dell'esecutivo non passa. Decisive le astensioni dei senatori a vita. Berlusconi: "Prodi ha l'obbligo di dimettersi". Intorno alle 19 è previsto l'incontro tra il premier e il presidente della Repubblica, tornato in anticipo da Bologna: secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, sarebbe orientato alle dimissioni. In mattinata, nel suo intervento, il ministro degli Esteri aveva illustrato la strategia italiana: "La missione in Afghanistan è politica e civile. Solo restando si lavora per la pace"
Il senatore dissidente Turigliatto (senatore di Sinistra Critica-Prc) annuncia: "Non voto e mi dimetto. La replica di D'Alema non ha cambiato la sostanza della politica del governo indicata nella relazione e il mio voto a favore non ci sara'. Ritengo che le scelte del mio partito siano in profondo contrasto con il nostro programma politico e con gli impegni presi in campagna elettorale".
"Credo che molto severo sarebbe il giudizio futuro su tutti noi, indistintamente governo e partiti, se una linea di politica estera, nell'insieme giusta, venisse interrotta e poi rovesciata''. E' con queste parole che il senatore Pdci, Armando Cossutta, motiva il suo voto favorevole. Critiche, invece, le parole su Afghanistan e la base di Vicenza.
"Al nostro ministro degli Esteri nulla importa del problema del terrorismo islamico visto che non ne ha mai fatto cenno, nè all'interno della sua relazione nè nella replica prima del voto". Così il presidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli commenta le parole del vice premier Massimo D'Alema.
Il leader della Cdl, Silvio Berlusconi, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente di An, Gianfranco Fini, subito dopo la replica del ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, al dibattito sulle linee di politica estera al Senato. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, Berlusconi e Fini avrebbero discusso della modifica del testo della mozione Calderoli.
Il segretario dei Ds, Piero Fassino, è giunto al Senato.
Dopo la replica del ministro degli Esteri, Massimo D'Alema l'opposizione ha deciso di modificare la propria mozione e di non approvare la relazione e la replica del titolare della Farnesina. "Dopo la replica di D'Alema, non si poteva certo parlare di una linea di continuità del governo in politica estera" ha spiegato il senatore di An Francesco Storace. "Il Senato - si legge nel nuovo testo - verificate nei fatti la continuità della linea di politica estera e di difesa fino ad ora adottata dall'attuale governo anche in sede di comunità atlantica, udite le relazioni e la replica non le approva".
Il senatore Marco Follini (Italia di mezzo) ha annunciato in aula la sua intenzione di astenersi su entrambi le mozioni di maggioranza e di opposizione.
"Intendo esprimere il mio voto favorevole al documento della maggioranza". Così il senatore a vita Emilio Colombo dichiara il proprio voto alla relazione di massimo D'Alema.
Il senatore Francesco Cossiga ha confermato intervenendo in aula a Palazzo Madama, la sua posizione negativa nei confronti della mozione presentata dalla maggioranza a sostegno della politica estera del governo. Cossiga fa sapere in aula che voterà contro anche alla risoluzione del leghista Roberto Calderoli.
"La mozione Calderoli dice il falso quando sostiene che c'è continuità tra la politica estera del governo Berlusconi e quella del governo Prodi". Con queste parole d'Alema motiva il suo "no" alla mozione della Cdl.
"E' venuto il momento delle assunzioni di responsabilità ed è per noi fondamentale misurare il consenso di quest'aula, condizione preziosa per andare avanti con il lavoro". si chiude così la replica in aula in Senato di D'Alema. Un invito alla "trasparenza" rivolto all'Aula.
"C'è una profonda diversità tra l'operazione militare in Afghanistan approvata dall'Onu, in base all'accertato fatto che ci fossero delle basi di Al Qaeda, e quella in Iraq, basata sulla menzogna dell'esistenza di armi di distruzione di massa: le due missioni non sono la stessa cosa" afferma D'Alema. Questo passaggio è stato disturbato da parecchie proteste.
Contrariamente alle aspettative D'Alema parla della base Usa di Vicenza: ""Io ritengo che se il governo revocasse la decisione su Vicenza sarebbe un atto ostile nei confronti degli Usa ma abbiamo posto loro l'esigenza di una valutazione più approfondita. Non rimettiamo in discussione l'orientamento preso e apriremo un dialogo con i cittadini di Vicenza".
"Il ritiro dall'Afghansitan sarebbe un atto unilaterale che ci separarebbe dall'Europa, come gli spagnoli, e non ci metterebbe in comunicazione con nessuno" affermato D'Alema.
"E' legittimo sull'Iraq avere un'opinione diversa, gli Usa sono divisi da questo dibattito ma non è giusto presentare il nostro punto di vista come in continuità con il governo precedente perchè marca una novità radicale" spiega D'Alema che evidenzia la discontinuità della politica estera del governo Prodi.
"Credo che sia del tutto legittimo rivendicare la novità della politica estera del governo Prodi dal governo Berlusconi. Noi non avremmo aderito alla politica neoconservatrice dell'amministrazione americana e non avremmo mandato i soldati in Iraq" afferma D'Alema.
"Sarebbe paradossale se una politica estera che raccoglie largo consenso nel Paese e senza alcun dubbio un vasto interesse internazionale non trovasse il consenso del Senato" afferma D'Alema.
''E' un voto strano, si contrappongono due mozioni che approvano l'operato del governo. Sara' difficile spiegare all'opinione pubblica il modo in cui si dispiega questa contrapposizione'' dice D'Alema con ironia.
"Non ho inteso minacciare nessuno" ieri a margine del vertice italo-spagnolo di Ibiza "ma solo ricordare un elementare principio di natura costituzionale, cioè che il governo deve poter contare sul consenso della maggioranza parlamentare" dice D'Alema.
E' il momento della replica di Massimo D'Alema
Se si guarda la nuda realtà dei numeri la mozione dell'unione potrebbe passare per un solo voto: 159 a 158. Due i dissidenti che non parteciperanno al voto: Rossi e Turigliatto. Poi ci sono i senatori a vita. Scalfaro non c'è. Voteranno la mozione dell'Unione Andreotti, Ciampi, Levi Montalcini e Colombo. Confermato il no di Cossiga. Se i numeri sono questi l'unione può contare su 159 voti, il centrodestra su 158.
"Per ora resta ferma la mia scelta di uscire dall'Aula. Ma se D'Alema dichiarasse su Vicenza che c'è una sospensione per andare a parlare con la comunità vicentina, in questo caso potrei votare la mozione". Così il senatore del Prc Franco Turigliatto, uno dei due "dissidenti" all'interno della maggioranza.
Francesco Cossiga si è presentato al Senato con una "spilla della 173esima brigata aviotrasportata di Vicenza" e agli esponenti della maggioranza ha confermato che voterà "no".
"Abbiamo molte difficoltà con i voti e quindi il mio voto può portare ad una crisi di governo che potrebbe addirittura sfociare nella caduta di Prodi. Io non mi posso prendere questa responsabilità e voto sì e sono certa che i miei elettori saranno d'accordo". Lo dice la senatrice dell'Iitalia dei Valori Franca Rame, che veniva annoverata tra i "dissidenti" all'interno della maggioranza.
La Nato ringrazia l'Italia per il suo ruolo svolto per la pace e, in particolare, "per il contributo di primo piano" in Afghanistan. E' quanto ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer.
"Quella di D'Alema è stata un'ottima relazione, molto chiara. Voterò sicuramente sì". E' quanto ha affermato il senatore Luigi Pallaro.
Non smentisce i toni fortemente critici contro la missione italiana in Afghanistan la senatrice dell'Idv, Franca Rame: "Non c'e' speranza di pace in Afghanistan seguendo i metodi adottati finora''.
"Oggi voto a favore, ma la prossima volta quando si tratterà di votare sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, voterò no. E adesso mi sospendendo dal mio partito" dice il senatore verde Mauro Bulgarelli.
"Per quanto legittimi e importanti siano anche i canali del conflitto sociale e delle manifestazioni di massa e di piazza, è fuorviante la tendenza a farne la forma suprema della partecipazione e, retoricamente, il sale della democrazia", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un discorso agli amministratori di Bologna nel quale sottolinea che "qualunque tema e problema" deve "trovare la sua misura" nelle istituzioni elettive e nelle relative sedi di decisione democratica perchè "solo così si rispetta l'essenza della democrazia come governo della maggioranza". Parole che contengono un implicito riferimento alla manifestazione di Vicenza e alla polemica intorno alla costruzione della base.
"Il Senato, ascoltate le comunicazioni del ministro Massimo D'Alema sulla politica estera, le cui linee fondamentali sono ispirate al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione, al ruolo prioritario dell'unione europea, al riconoscimento e al rilancio del ruolo dell'Onu, al rispetto delle alleanze internazionali, le approva". E' il testo della mozione firmata da tutti i capigruppo dell'Unione.
''Il Senato, verificata la continuita' della linea di politica estera fino ad ora adottata dall'attuale governo anche in sede di comunita' atlantica, la approva''. E' questo il testo della mozione presentata dall'opposizione firmata dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.
"Un intervento molto innovativo e autorevole, di spessore molto alto, con alcuni passaggi particolarmente importanti". Questo il commento del capogruppo del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena, all'intervento del ministro degli Esteri, Massimo D'Alema.
'Nella relazione del ministro degli Esteri trovo il dato positivo della continuita' della politica estera" dice Giulio Andreotti. Che si augura che "si possa trovare un accordo" sull'ordine del giorno presentato a palazzo Madama dall'esponente del Carroccio, proprio perchè lì si fa riferimento a "una continuità della nostra politica estera".
"D'Alema non mi ha convinto, voterò la mozione di Calderoli". Lo dice Sergio De Gregorio, presidente della commissione difesa.
"Se D'Alema in sede di replica non dice che il governo ripensa la decisione su Vicenza, io non parteciperò al voto". Lo dice Franco Turigliatto, uno dei senatori dissidenti di Rifondazione.
"Bisogna concedere un referendum al popolo vicentino" dice il senatore Fosco Giannini di Rifondazione comunista che riporta così l'attenzione sulla base Usa. "Vorrei votare contro il Governo ma non posso regalare il Paese alla destra eversiva e antioperaia e voterò, ancora una volta, a favore di Prodi. Ma tutto dovrà cambiare"
"Una politica estera che garantisce la difesa dei diritti umani e la promozione della democrazia, in cui il realismo si coniuga con nette scelte ideali, e che nel solco dell'art. 11 della nostra Carta costituzionale persegue la pace e la giustizia, la promozione delle organizzazioni internazionali e l'attiva partecipazione alla loro azione". Così il presidente della Commissione Esteri Lamberto Dini definisce le linee di politica estera illustrate dal ministro Massimo D'Alema.
Al momento risultano presenti in Aula solo due mozioni in tema in politica estera: una firmata dal leghista Roberto Calderoli e l'altra dal senatore a vita Giulio Andreotti. Si è in attesa della mozione preparata dalla maggioranza. Le mozioni, secondo quanto ribadito ieri pomeriggio, dovranno essere votate al termine del dibattito in ordine di presentazione.
Una relazione "complessivamente ottima, anche se restano le divergenze sulla questione dell'Afghanistan. Ma personalmente oggi voterò convintamente a favore" commenta il capogruppo di Verdi-Pdci al Senato Emanuela Palermi.
"Da D'Alema aria fritta per ottenere il voto. Questo Governo non ha una maggioranza in politica estera e D'Alema per ottenere il voto alla sua relazione in Senato è volato alto perdendosi nell'aria fritta e nelle banalità" così Il Presidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli.
'Discorso di alto profilo. Un'impostazione opposta a quella del precedente governo, ad iniziare dalla centralità della questione palestinese, sino al punto da ipotizzare truppe Onu a Gaza.
E' tornata la "vocazione" mediterranea dell'Italia. Bene". Lo afferma il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto.
"Sono qui per chiedere un forte consenso politico che possa permettere all'Italia di affrontare le prossime delicate e complesse" sfide di politica estera. Lo ha detto il ministro degli Esteri Massimo D'Alema concludendo al Senato il suo intervento sulle linee di politica estera e raccogliendo un ampio applauso.
"L'Italia c'è in diversi scenari essenziali e c'é con un ruolo da protagonista - ha detto D'Alema - Non possiamo permetterci di esser nè cinici nè sognatori. Nn rinunciamo alla nostra ispirazione ideale, ma neppure possiamo fare a meno di un lucido realismo".
"La globalizzazione è una scelta difficile" ha detto ancora D'Alema.
"I rischi in Afghanistan sono necessari per il processo di pace. Essendo lì possiamo contare nel consiglio di sicurezza dell'Onu, possiamo batterci per una conferenza internazionale" ha detto D'Alema
"Nessun paese vuole il ritiro dall'Afghanistan" ha detto ancora D'Alema. "L'Italia chiede una conferenza internazionale sul tema"
"Occorre una strategia più efficace per ottenere i risultati che ci prefiggiamo in Afghanistan: per vincere la sfida si deve rafforzare l'impegno civile ed economcio. Sarebbe un grave errore che la Nato si isolasse facendo della missione afgana una missione Nato quando questa è una sfida dell'intera comunità internazionale"
"In Afghanistan sono stati ottenuti risultati importanti ma non quelli sperati" ha detto D'Alema
"Quella in Afghanistan è una missione condotta dalla Nato sotto mandato Onu ed è in crescita. E' una missione soprattutto politica e civile" ha detto D'Alema
Sulla crisi del nucleare, D'Alema ha detto: "Insisteremo per chiedere all'Iran un gesto ragionevole ed aperto di adesione alle richieste della comunità internazionale". "Occorre rilanciare una strategia di non proliferazione"
"Il conflitto israelo-palestinese rimane la chiave di tutti i conflitti mediorientali. Oggi è ancora più urgente trovare una soluzione. E' essenziale che il nuovo governo palestinese riconosca gli accordi già sottoscritti. Il processo di pace richiede il coinvolgimento di tutta la comunità palestinese. Ed è essenziale l'impegno contro la violenza, con la liberazione del soldato Shalit, e bloccaccando il lancio dei missili" ha detto D'Alema
"La crisi libanese non poteva essere ignorata. La forza Unifil non è un esercito occidentale, ma una forza internazionale: vi sono militari della Turchia, del Qatar e di altri paesi islamici. L'Europa è tornata ad esercitare un ruolo attivo. La missione libanese per molte ragioni rappresenta un punto di svolta. Può essere la premessa per una forza di pace anche a Gaza" ha detto D'Alema
"Il ritiro dall'Iraq è stata una scelta coerente" ha detto D'Alema
"Sconfiggere il terrorismo isolandolo all'interno del mondo arabo: è uno dei primi obiettivi di questo governo, rinforzando anche l'amicizia coi paesi arabi, appannata negi ultimi anni. L'Italia è tornata ad essere un paese amico, amico di Israele e dei paesi arabi" ha detto d'Alema
"La nostra politica è stata prima di tutto una politica europea, favorevole all'integrazione europea. Il governo Prodi è un governo europeista" ha detto D'Alema
"Siamo favorevoli al rafforzamento dei rapporti fra Washington e Bruxelles" ha detto D'Alema
"La porta dell'Europa deve restare aperta ai Balcani occidentali e alla Turchia. Solo nel seno dell'Europa i paesi dei Balcani potranno trovare quella pacifica convivenza cui aspirano.
Lungo e delicato è lo scenario per la Turchia, ma tenere aperta la porta rientra negli obiettivi europei. Nel tempo in cui c'è chi teorizza lo scontro di civiltà l'adesione all'Europa di un grande paese islamico è la risposta migliore" ha detto D'Alema
Il ministro degli Esteri ha detto che la prima delle tre linee guida della politica estera del governo seguite finora è "il rilancio dell'unità politica europea".
"Dopo l'11/9 sono state portate avanti scelte unilaterali. Ora, il contesto è in parte cambiato, il problema è come progredire nei fatti concretamente", dice D'Alema
"L'Onu è la fonte di legittimità delle scelte internazionali" ha detto ancora il ministro degli Esteri
La politica estera dell'Italia è coerente, ha detto D'Alema, e "rispetta l'articolo 11 della costituzione". L'aspetto essenziale è "il rifiuto della guerra come principio della risoluzione dei conflitti" sancito dalla costituzione
Il titolare della Farnesina ha detto che non parlerà di Vicenza e del raddoppio della base Usa. "Non ho nulla da aggiungere al ministro dell'Interno che segue la questione"
E' iniziata al Senato la relazione del ministro degli Esteri Massimo D'Alema
Oggi al Senato si vota il rifinanziamento della missione militare in Afghanistan, nuovo banco di prova per la maggioranza. Alle 9 l'intervento del ministro degli Esteri Massimo D'Alema. Nella notte la telefonata del premier britannico Blair al presidente americano Bush: "Inizieremo a breve il ritiro dall'Iraq". Una presa di posizione che potrebbe influenzare il dibattito sulla politica estera
Origine: Repubblica
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