Domus Dei, Templum Vitae
900 anni di storia e di fede dal "Cristo morto" di Andrea Mantegna alla contemporaneità
Sede: Fondazione Città di Cremona, piazza Giovanni XXXIII n.1
Inaugurazione: 20 novembre ore 17.00
Durata: dal 21 novembre al 22 dicembre 2007
A cura di Tiziana Cordani
Info: 0372 421011 mail: segreteria@fondazionecr.it - lia.bellingeri@fondazionecr.it
All'inaugurazione saranno presenti:
Luciano Pizzetti, Consigliere della Regione Lombardia
Giuseppe Torchio, Presidente della Provincia di Cremona
Gian Carlo Corada, Sindaco di Cremona
Massimo Francesco Castore, Questore della Provincia di Cremona
Mons. Dante Lafranconi, Vescovo della Diocesi di Cremona
Umberto Lonardi, Presidente della Fondazione Città di Cremona
Tiziana Cordani, critico d'arte
In occasione delle celebrazioni per i 900 anni di fondazione del Duomo cremonese, la Fondazione Città di Cremona intende celebrare tale ricorrenza e sottolineare il rapporto forte tra l'istituzione solidaristica e il territorio, evidenziando il legame tra la comunità cremonese e i valori che nella Cattedrale hanno trovato nei secoli compiuta e splendida espressione.
Pertanto la Fondazione Città di Cremona ha affidato alla nota critica d'arte cremonese Tiziana Cordani l'organizzazione dell'esposizione Domus Dei, Templum Vitae. 900 anni di storia e di fede dal "Cristo morto" di Andrea Mantegna alla contenporaneità.
L'esposizione sarà articolata in due sezioni.
La prima raccoglie le opere di 11 artisti cremonesi tra i più conosciuti, in particolare tra quelli che maggiormente si sono applicati alla produzione a tema sacro (i pittori Roberto Bedani, Graziano Bertoldi, Angelo Bertolini, Giuseppe Castellani, Giordano Garuti, Giorgio Mori, Sergio Tarquinio; gli scultori Graziano Carotti, Mario Coppetti, Vanni Roverselli, Giovanni Solci).
La seconda sezione ospita la mostra fotografica di Borsetti & Fabre Il Cristo del Mantegna e oltre dedicata all'opera di Andrea Mantegna appartenente alla Pinacoteca di Brera dal titolo Cristo morto nel sepolcro e tre dolenti. Le fotografie sono opera del fotografo Carlo Fabre e dell'artista multimediale e performativa Alessandra Borsetti Venier. Sono state esposte a Villa Contarini a Piazzola del Brenta (Pd) in occasione del quinto centenario delle celebrazioni per la morte di Andrea Mantegna: si tratta di 20 interpretazioni fotografiche di un immaginario "viaggio" dentro lo spazio del quadro, che esprimono in forma teatrale il pathos contenuto nell'opera del maestro. Catalogo Morgana Edizioni, www.morganaedizioni.it
Poiché la controfacciata del Duomo di Cremona ospita l'affresco di Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone raffigurante appunto il Pianto sul Cristo morto, elaborazione di straordinaria abilità prospettica di poco più tarda del lavoro del Mantegna, e ad essa presumibilmente ispirata, è parso opportuno nell'occasione additare quest'ultimo tema alla sensibilità degli artisti cremonesi, pur lasciando ad essi libera scelta di un soggetto attinente, vincolata soltanto al ricordo della celebrazione della Cattedrale.
L'esposizione avrà sede nel palazzo della Fondazione Città di Cremona in piazza Giovanni XXXIII e sarà dotata di un catalogo generale che ne illustrerà il percorso: mostra e catalogo sono a cura di Tiziana Cordani.
L'esposizione si avvarrà di due visite guidate nei giorni festivi ad opera della curatrice.
Nel quadro del Mantegna. Tre viaggi di Alessandra Borsetti Venier
Il primo. Nella primavera del 1985
Andai a Milano alla Pinacoteca di Brera, apposta per vedere il "Cristo morto" del Mantenga. Più che davanti a un quadro, mi trovai affacciata su uno spazio pittorico di 68 x 81 centimetri [...] Mi prese una sensazione di disagio perché non riuscivo a trovare un punto di osservazione che mi rivelasse armoniosamente l'insieme. In quell'incertezza riscoprii l'emozione dell'arte. E una nuova possibilità di pensiero: immaginare di dilatare lo spazio dipinto per scoprire il luogo, gli arredi, gli oggetti, le persone con le espressioni, i gesti intorno al corpo del Cristo deposto. Bisognava entrare nel quadro.
Il secondo. Dentro il quadro del Mantegna
Con Carlo Fabre, nello studio di Borgo degli Albizi a Firenze, ebbe inizio il lavoro di ricostruzione e di riprese che durò quasi un anno. Misi in scena uno spettacolo teatrale che doveva avere come unico spettatore il fotografo e la sua macchina fotografica. Coinvolsi nell'"avventura" Gianni Marrani, un amico attore dall'incredibile somiglianza con il Cristo dipinto da Mantegna. Per gli altri personaggi scelsi la madre di Fabre (la madre della Madonna) mio figlio Gianluca (il giovinetto che porta l'olio sacro) una ragazza dagli incredibili capelli rossi che incontrai casualmente per strada (Maddalena) un amico antiquario (Niccodemo) e me stessa per la Madonna.
Il viaggio dentro il quadro fu raccontato in 20 fotografie che divennero nel 1986 una mostra e un libro: Il Cristo del Mantegna e oltre, Morgana Edizioni, Firenze.
Il terzo. Vent'anni dopo
Nell'allestire presso "La Barbagianna: una casa per l'arte contemporanea" a Pontassieve (Fi), nell'estate del 2005, una mostra dedicata a Carlo Fabre nel decennale della morte, ho presentato anche una parte delle fotografie del viaggio dentro, o meglio, oltre il Cristo del Mantegna.
Di solito vado alla scoperta di nuovi territori per creare nuove possibilità per l'immaginazione. Nel ruolo, in questo caso, di curatore mi ha spinto invece l'intenzione di fare delle verifiche. Ho voluto – elaborando un nuovo itinerario di viaggio – assegnare valore e organizzare sintassi che delineassero il significato della sua straordinaria, poetica e in molti casi visionaria ricerca artistica, che per quasi vent'anni ho appassionatamente condiviso.
Se, per nostalgia, si intende il sentimento di perdita del passato e di chi ne faceva parte, allora è stata la nostalgia che fedelmente mi ha accompagnato in questo terzo viaggio con Fabre e Mantegna.
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