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mercoledì 19 dicembre 2007

Roberto Coizet: la comunicazione ambientale corretta raccorda il problema alla soluzione

Roberto Coizet:
La comunicazione ambientale corretta raccorda il problema alla soluzione
Il coordinatore scientifico della Città della scienza di Napoli presenta il primo Forum sostenibilità: in progetto un villaggio permanente di buone pratiche e nuove tecnologie
di Diego Barsotti

LIVORNO. La sostenibilità ambientale ha bisogno di scienza: di modelli praticabili, strategie, innovazioni tecnologiche, intelligenza di sistema. Partendo da queste considerazioni inizia oggi a Napoli il primo Forum sostenibilità, Città della scienza, organizzata dalla stessa Città della scienza insieme alle Edizioni Ambiente.
Nel corso della "tre giorni" (lavori in corso fino al 15 dicembre) si terranno conferenze scientifiche, meeting, e diversi momenti di approfondimento sulle principali questioni che riguardano l'ambiente e la sostenibilità, sia a livello nazionale che regionale.

Il coordinatore scientifico Roberto Coizet, editore, non nasconde che l'evento sia in realtà un'iniziativa pensata per lanciare un progetto ancora più ambizioso: «La Città della scienza ha sempre avuto un ruolo di informazione scientifica, oggi si rende conto che è necessaria una svolta e che questo complesso divenga una struttura di servizio a tutte le ricerche legate alle politiche di sostenibilità. La nostra idea è che la Città della scienza diventi dal prossimo anno un punto di raccordo permanente, fornendo da un lato l'informazione ambientale e scientifica corretta, e dall'altro ospitando un repertorio delle soluzioni fisicamente disponibili».

Quali sono i tempi di questo progetto?
«Noi pensiamo che già a partire dalla prossima primavera saremo in grado di creare all'interno del nostro museo della scienza delle aree tematiche dove l'utente arrivando troverà una sorta di laboratorio multimediale di simulazioni. Chi viene alla Città della scienza viene perché ha bisogno di informazioni per risolvere un problema. Nel museo troverà la risposta alle sue domande e da qui sarà inoltrato verso una nuova struttura, che si chiamerà villaggio della sostenibilità, dove imprese ed enti mostreranno le tecnologie attualmente e immediatamente disponibili per risolvere i problemi. Diciamo che la seconda edizione del forum, nel dicembre del 2008, potrebbe inaugurare questo nuovo villaggio...».

Quali temi affronterete intanto in questo primo forum?
«Il Primo Forum Sostenibilità raccorda quindi in un unico evento numerosi meeting e eventi dedicati ai temi più caldi del dibattito ambientale, presentando un repertorio di argomenti che si prestano a un'efficace integrazione culturale e scientifica. Le faccio un esempio, non si parlerà di clima senza integrarsi da vicino col tema energia, che sono le due facce di una stessa medaglia e che invece il governo con al conferenza sul clima del settembre scorso ha voluto affrontare separatamente. Oppure non si parlerà del tema rifiuti senza integrarlo con i progressi tecnologici degli impianti utili a gestire il ciclo integrato dei rifiuti».

A proposito di rifiuti: molti confondono questo tema con quello dei flussi di materia, che invece vanno ridotti alla fonte, cioè nella fase produttiva di qualsiasi bene materiale. Non pensa che mentre sul risparmio di energia la consapevolezza della classe dirigente e dell'opinione pubblica sia aumentata, così come le azioni tese all'efficienza energetica, sui flussi di materia si stenti ancora soltanto a parlarne? E voi come villaggio della sostenibilità pensate di agire in questo senso?
«Sin dai tempi delle discussioni sviluppate dal Wuppertal questo tema è stato presente in un'area di dibattito molto limitata. L'impostazione data dall'istituto tedesco era sostanzialmente di nicchia, strettamente scientifica, comprensibile a pochi, e non immediatamente traducibile. Un tentativo all'epoca all'avanguardia, fu fatto proprio in Italia attraverso il lancio, 6 anni fa, della contabilità ambientale pubblica proposta dal senatore Giovanelli. Era un tentativo di capire quanto ogni città, investisse in produzioni, servizi e che tipo di effetti fisici producesse ogni decisione, dal punto di vista dei flussi di energia e di materia. Insomma era la traduzione più semplice e pratica dello studio del Wuppertal. Dopo lo stop nelle legislature precedenti, ora finalmente la contabilità ambientale è nuovamente in discussione: se passerà avremo davvero uno strumento concreto per spiegare alla gente cosa sono i flussi di materia, mentre fino a quando non esisteranno strumenti di traduzione di questa problematica, qualsiasi sforzo comunicativo è inutile. Con questa premessa rispondo quindi anche alla sua seconda domanda: sono convinto che oggi sia purtroppo quasi inutile parlare di flussi di materia perché per farlo prima dobbiamo trovare i parametri per descrivere questa risorsa. Noi come Città della scienza svilupperemo sicuramente questo tema non appena la contabilità ambientale sarà avviata e credo che il primo focus che potrà essere sollevato in questo senso sarà quello della risorsa-acqua».

In realtà l´Istat monitora già dagli anni Ottanta i flussi di materia, ma questa tematica non trova riscontro tra i decisori a tutti i livelli. Tornando invece all'inizio della discussione: dove sta andando oggi la comunicazione ambientale e come deve essere affrontato (e guidato) il suo sviluppo?
«Credo che un problema complesso come è quello dell'ambiente, trovi una sua formula proprio nel modello che stiamo immaginando con il villaggio sostenibile e di cui quindi la Città della scienza vorrebbe farsi interprete. Non si può fare una comunicazione scientifica rigorosa ma non comprensibile, così come è da evitare una comunicazione che per essere comprensibile diventi allarmistica. La comunicazione ambientale corretta deve raccordare il problema alla soluzione: c'è un problema complesso e lo vuoi studiare? Io ti do gli strumenti per studiarlo, oppure se non vuoi o non puoi studiarlo io ti do il repertorio delle soluzioni disponibili. Questo modello è fondamentale per tradurre la sostenibilità in comportamenti individuali perché si dimostra l'utilità di un'azione anche a livello di singolo individuo».

Origine: http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=11029

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