Ogni giorno ne nascono circa 175mila di nuovi, sono 113 milioni
1.6 di articoli al secondo. I consigli della rivista "Wired"
A dieci anni di distanza, da quel 17 dicembre 1997 quando Jorn Barger coniò la parola "weblog" (da cui è derivato il termine "blog"), il fenomeno è cresciuto a tal punto da non necessitare più lunghe e incomprensibili spiegazioni. I blog informano, denunciano, scoprono. Sono parte ormai integrante dell'informazione online. Ma sono anche un prezioso strumento per capire gusti, mode, interessi di una fetta sempre più importante di nuovi consumatori ed elettori. Nessuna delle principali dotcom mondiali si è fatta sfuggire l'occasione. E nessun candidato alla Casa Bianca ha omesso di promuovere online un proprio blog in occasione delle future elezioni per la presidenza degli Stati Uniti. Alcuni hanno comprato una piattaforma di blog già esistente - come fece Google comprando Blogger.com nel lontano 2003 - altri se la sono costruita in proprio.
E oggi, proprio nel giorno del compleanno del weblog, Jorn Barger ne approfitta per pubblicare sulla nota rivista "Wired" dieci consigli destinati a tutti i blogger. "Un vero weblog" scrive Barger "è l'insieme di tutti link che si intende salvare e condividere". Per questo bisogna evitare che il numero di articoli pubblicati sia superiore a quello dei link, tipico indicatore - avverte il guru - di scarsa umiltà: molto spesso ciò che si vuole pubblicare in realtà è stato già pubblicato altrove. E ancora: è importante citare la fonte, aggiornare di tanto in tanto i propri link preferiti, scegliere alcuni blogger con cui rimanere collegati attraverso applicazioni e strumenti come possono essere gli Rss. Infine avvertire dell'esistenza di eventuali formattazioni non standard o della presenza di file di dimensioni eccezionali. Insomma, buon senso, e il successo è garantito.
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