Napoli, 11 giugno 2013_ Dipendenti e soci di Banca popolare Etica sono al fianco dei tanti lavoratori che con impegno, passione e responsabilità fanno funzionare ogni giorno le case famiglia di Napoli che accolgono minori abbandonati o in condizioni di disagio.
I ritardi nei pagamenti da parte del Comune hanno raggiunto i 38 mesi e le cooperative che gestiscono queste strutture cruciali per il welfare sono allo stremo.
Per questo Confcooperative- Federsolidarietà, Federcooperative, Federazione SAM, Comitato Welfare non è un Lusso, Collettivo Operatori Sociali e Federazione ARCA hanno proclamato uno sciopero della fame. Da lunedì 10 giugno tutti i dirigenti degli enti gestori delle comunità per minori scioperano in un presidio permanente presso la sede di Palazzo San Giacomo, sostenuti dagli operatori sociali che resteranno in blocco giorno e notte. Anche i dipendenti della filiale di Banca Etica di Napoli aderiscono allo sciopero della fame nella giornata di oggi.
La situazione è giunta oramai al limite per tutti coloro che operano nel sociale a Napoli. Nonostante il "decreto salva Napoli" abbia portato nelle casse comunali 58 milioni di euro, ancora nessun pagamento ha risollevato il destino delle comunità per minori che sono costrette ad anticipare i costi dei servizi e a contrarre debiti colossali, rischiando il collasso e la chiusura. Banca Etica da parte sua continua – come sempre – a fare ogni sforzo per sostenere finanziariamente le organizzazioni che gestiscono i centri di accoglienza per minori.
In Campania dall'inizio del 2012, 100 case famiglie sono state chiuse, la qualità viene meno e con essa il sostegno ai tanti minori che per ragioni diverse si trovano lontani dalle proprie famiglie d'origine.



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