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mercoledì 3 febbraio 2021

Covid-19. Governo riconosce 2 euro al giorno. Da Caltagirone (Cni- Fsi-Usae) chiama alla rivolta gli Infermieri e le 21 professioni sanitarie.

Oggi 03.02.2021 la petizione ha fatto tappa presso l’ ospedale Gravina di Caltagirone. La raccolta firme rivolta agli Infermieri e alle 21 professioni sanitarie che sono state chiamate ad aggiungere la propria firma alle centinaia di firme già raccolte dal promotore della petizione il Cni - Fsi-Usae, Coordinamento Nazionale Infermieri, tesa a chiedere al Governo uno stipendio legittimo di 2.000 euro – “contestiamo fortemente la legge di bilancio che ha previsto una cifra che rappresenta una vera elemosina solo 60 euro mensili per gli infermieri e poco più di 30 euro per le altre 21 professioni sanitarie e socio sanitarie. Il Governo ha in tal senso certamente dimenticato che tutti gli operatori sanitari si sono sentiti beffati da tali regalie ” - spiega il Coordinatore Nazionale del Cni Coordinamento Nazionale Infermieri e Segretario Regionale del sindacato Fsi-Usae ed i rappresentanti locali Maurizio Cirignotta e Salvatore Bellia.

Nella nuova legge di bilancio il governo ha previsto una somma di soli 335 milioni per l'indennità infermieristica che dovrà essere suddivisa da 280mila infermieri. L’ aumento lordo annuo in busta paga per ogni infermiere spalmato su 13 mensilità è di 60 euro netti al mese, appena 2 euro al giorno, e alle altre 21 professioni sanitarie solo 1 euro. Cifre certamente insufficienti a dare una dignità professionale a tali professionisti che davanti alla fatica e all'esposizione al Covid-19 si sono ritrovati una misera considerazione economica”.

“Il Cni-Fsi chiede a gran voce e chiama gli infermieri e tutte le professioni sanitarie e socio sanitarie a protestare - continua Coniglio - gli stipendi sono oramai inadeguati e logorati dall’aumento del costo della vita,chiediamo che i fondi contrattuali siano utili a consentire una rivalutazione delle indennità notturna, festiva, semifestiva e della pronta disponibilità oramai ferme da 20 anni,occorre anche dare la possibilità di fare carriera attraverso la riclassificazione del personale”.

“I medici - continua il Segretario Fsi-Usae - hanno ottenuto nella legge di bilancio il triplo dell’indennità degli Infermieri e delle professioni sanitarie, un dislivello che riteniamo notevole. L’ obiettivo degli Infermieri e delle professioni sanitarie oggi è quello di avere uno stipendio netto di almeno 2.000 euro”.

“Il Coordinamento Nazionale degli Infermieri Fsi-Usae denuncia inoltre il dramma – sottolinea Coniglio – degli oltre 72.000 operatori sanitari contagiati dall’inizio della pandemia, 52 il bilancio degli Infermieri morti per coronavirus da marzo a oggi, una categoria lasciata sola, e costretta a combattere senza armi adeguate negli ospedali che oggi rischiano la paralisi per la carenza di personale e di posti letto”.

“Negli ospedali gli Infermieri lottano per salvare vite umane da marzo scorso e con il sacrificio della loro vita si combattono la pandemia da coronavirus, impegnati nei pronto soccorso, nei reparti covid-19 sono stati sempre fedeli al loro mandato ma oggi vengono ancora umiliati dal governo. Noi non vogliamo essere dimenticati. Oggi siamo qui per porre in risalto, la tenace lotta contro il virus, che non ha leso gli Infermieri che hanno battersi per una causa propria e giusta”.

“Chiediamo alle forze politiche che siedono in Parlamento di lavorare tutti insieme per consentire agli infermieri e alle professioni sanitarie di avere un retribuzione proporzionata alla responsabilità, una giusta retribuzione in linea con la media europea deve essere almeno di 2.000 euro” – concludono i rappresentanti FSI-USAE Calogero Coniglio, Maurizio Cirignotta e Salvatore Bellia .

                                                                                                       MCV 

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