Commento a cura di Antonio De Negri, CEO di Smart Bank
Nonostante la guerra tra Israele ed Hamas, la domanda del bene rifugio per eccellenza sembra raffreddarsi. L'oro infatti ha brevemente superato la soglia dei 2.000 dollari l'oncia venerdì, a seguito dei dati statunitensi che indicavano una normalizzazione del mercato del lavoro. I dati hanno spinto gli investitori ad anticipare potenziali tagli dei tassi della Fed per l'anno prossimo. Di conseguenza il valore relativo dell'oro è aumentato visto che le prospettive di rendimento dai titoli di Stato si riducono.
Nonostante ciò, il metallo prezioso è sceso ai minimi delle ultime due settimane, mentre il dollaro si è rafforzato. Il presidente della Federal Reserve di Minneapolis, Neel Kashkari, ha dichiarato lunedì che è troppo presto per dichiarare vittoria sull'inflazione e ribadito che la FED preferisce un approccio di eccessiva prudenza, piuttosto che rischiare una nuova ondata inflattiva. Se l'inflazione fosse davvero sotto controllo, il metallo giallo potrebbe rapidamente perdere di valore.
Inoltre, mentre il conflitto tra Hamas ed Israele tende a stabilizzarsi e le relative incognite a ridursi, la necessità di possedere beni rifugio per gli investitori istituzionali tende a ridursi. La domanda legata alla guerra è ormai esaurita e le istituzioni hanno soddisfatto le loro esigenze di copertura. Per questo motivo, non solo la domanda residua è marginale, ma c'è anche un rischio concreto che le posizioni possano essere vendute in caso di una risoluzione definitiva del conflitto.
Come appare chiaro quindi, l'oro, dopo un rialzo di circa il +8% nell'ultimo mese, sta subendo l'influenza di fattori sia rialzisti che ribassisti. È quindi ancora possibile vedere un superamento deciso dei 2.000 dollari, ma potrebbe essere necessario un altro catalizzatore. La probabilità di vedere dissipati i rialzi dovuti alla guerra è elevata, a condizione che non vi siano ulteriori escalation nel conflitto, sia interne che tra gli attori internazionali.
Nel frattempo, gli altri metalli preziosi come argento, platino e palladio sono anch'essi scesi e condividono prospettive del tutto simili e quelle dell'oro. Per quanto riguarda le altre materie prime, guerra e politiche delle banche centrali saranno rilevanti ma moltissime altre incognite si prospettano nei prossimi mesi.
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