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martedì 16 settembre 2014

Le buone pratiche di Banca Etica nel rapporto della taskforce italiana sugli investimenti ad alto impatto sociale voluta dal G8



Banca Etica ha partecipato ai lavori della "taskforce" italiana sugli investimenti ad alto impatto sociale. Gruppi di lavoro analoghi sono stati creati in tutti i Paesi del G8 su impulso del premier britannico David Cameron che ha lanciato la proposta durante il summit del 2013.

Lunedì 15 settembre è stato presentato in tutti i Paesi membri il rapporto internazionale e i singoli rapporti nazionali che aspirano a conoscere e comprendere le esperienze di finanza al servizio del bene comune anche al fine di elaborare strategie per il sostegno alla crescita di queste iniziative.

«Per noi che abbiamo costruito Banca Etica a partire dai primi anni '90 è una soddisfazione vedere che i temi dell'utilizzo a scopo sociale della finanza sono entrati nelle agende di politica economica dei Governi e degli organismi sovranazionali, come il G8 – dice Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica ed Etica sgr -. Auspichiamo che a questo primo lavoro di ricognizione delle esperienze in corso si aggiungano quanto prima scelte politiche precise: come l'introduzione di una seria tassa sulle transazioni finanziarie speculative; una regolamentazione chiara che semplifichi il microcredito; la modifiche di alcune delle norme internazionali (Basilea 3) che regolano l'attività bancaria e che attualmente penalizzano proprio chi vuole dare credito alle imprese sociali e orientate al bene comune».

Nel rapporto italiano diverse attività di Banca Etica sono citate tra le buone pratiche di finanza ad alto impatto sociale:

Social Stock -  Le stesse azioni di Banca Etica sono considerate nel rapporto come un esempio di social stock: i 37mila soci di Banca Etica che hanno sottoscritto azioni per un totale di 48 milioni di euro investono parte dei loro risparmi per dare vita a una banca che finanzia solo progetti di imprese e organizzazioni del terzo settore che abbiano un elevato impatto sociale e ambientale. La partecipazione dei soci e il capitale sociale da loro conferito hanno permesso Banca Etica di erogare, nei sui primi 15 anni di attività, 1,8 miliardi di euro di finanziamenti a favore di circa 23mila progetti di imprenditoria sociale.

Microcredito assistenziale: dal 2001 Banca Etica ha erogato 1.132 microcrediti per un totale di 6 milioni di euro finalizzati a fornire supporto finanziario a soggetti sulla soglia della povertà al fine di metterli in grado di fronteggiare situazioni di emergenza dalle quali dipende il miglioramento (o il non peggioramento) della loro qualità di vita. I microcrediti sono erogati grazie alle 47 convenzioni stipulate con diocesi, fondazioni, enti pubblici.

Microcredito imprenditoriale: Dal 2001 a oggi Banca Etica ha erogato 6 milioni di euro di finanziamenti a favore di 332 micro-imprese individuali in fase di strat-up con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio. I finanziamenti sono stati erogati nell'ambito di 26 convenzioni con diocesi, fondazioni private ed enti pubblici.

Autocostruzione: Banca Etica – in collaborazione con enti pubblici e cooperative edilizie - ha deliberato finanziamenti per più di 17 milioni di euro finalizzati a offrire una soluzione abitativa a soggetti che non ne avrebbero altrimenti la possibilità.

Progetto Jeremie Lombardia – Nell'ambito del Progetto Jeremie del Fondo sociale Europeo, Banca Etica ha erogato 1.196 finanziamenti per un totale di circa 3 mln € finalizzati al consolidamento e allo sviluppo delle imprese cooperative favorendo la loro ricapitalizzazione da parte dei soci che sono i beneficiari degli interventi finanziari. Altri progetti analoghi sono attualmente in corso in Campania e Sicilia.

Prestiti Obbligazionari Dedicati – Banca etica ha emesso 22 milioni di euro di prestiti obbligazionari sottoscritti dai risparmiatori a fronte della garanzia che la Banca utilizza il loro denaro, di volta in volta, per finanziare i bisogni abitativi delle famiglie più svantaggiate; esperienza di "workers buyout" in cui i lavoratori rilevano la proprietà delle aziende per evitarne il fallimento; progetti di agricoltura biologica e responsabile. 

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