Necesse est ut veniant scandala (Matteo, 18, 7) E' necessario che il male non rimanga nascosto.
Dov’eri, quando il volto del cielo veniva sfregiato da orribili cicatrici, trasformato nel sembiante terreo di un cadavere? Dov’eri, quando l’acqua era amara di veleni e la terra isterilita? Dov’eri quando gli alberi intristivano, tendendo rami scheletrici nell’aria grigia e spettrale? Dov’eri, quando gli animali languivano per la sete e l’inedia, vagando tra lande inaridite, sotto un sole esangue? Dov’eri quando bambini, uomini e donne si ammalavano di morbi atroci, ignoti? Dov’eri quando i loro corpi si coprivano di piaghe purulente e di bolle? Dov’eri quando si gridava la verità, sgradita, terribile, ma pur sempre verità? Dov’eri quando si denunciava il genocidio, quando si attentava alla vita, alla salute ed ai più elementari diritti? Dov’eri quando cialtroni e bugiardi, travestiti da esperti o da paladini della democrazia, vomitavano vituperi, diffamazioni e minacce pur di ridurre al silenzio chi dimostra, in questo mondo di vigliacchi, di ipocriti e di profittatori, inconcussa dignità, coraggio leonino, disinteressata benevolenza?
Solo ora Milena, fai sentire la tua voce querula, ma non per una pur tardiva resipiscenza. No, per continuare a gettare fumo negli occhi, preannunciando inchieste su temi senza dubbio scottanti, ma che non creano neppure una screpolatura nel poderoso muro dell’omertà e della connivenza.
Ad ognuno il suo ruolo: come distingueremmo la verità, se qualcuno non la nascondesse? Ad ognuno il suo ruolo: come potremmo essere arsi dalla sete di giustizia, se non regnasse l’iniquità? Noi sappiamo qual è il nostro compito ed abbiamo scelto. Forse un giorno ti unirai a noi. Il Cielo non voglia che quel giorno giunga, quando sarà ormai troppo tardi.
Qui si può leggere il mellifluo ed ambiguo messaggio della Dottoressa Milena Gabanelli, da cui è scaturita questa lettera aperta.
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