FEDERLAZIO-SANITA': 2.000 PERSONE MANIFESTANO CONTRO I TAGLI ALLA RIABILITAZIONE DELLA REGIONE
Roma, 27 marzo 2007
Si è svolta questa mattina, presso l'Auditorium del Santuario della Madonna del Divino Amore, la manifestazione-convegno organizzata da FEDERLAZIO-Sanità per discutere dei tagli alla riabilitazione ambulatoriale recentemente approvati dalla Giunta Regionale del Lazio. Grandissima l'affluenza dei partecipanti: oltre 2.000 tra operatori del settore, ordini professionali, cittadini assistiti, circoli anziani, associazioni dei consumatori, hanno invaso l'Auditorium del Santuario. Vista l'elevata partecipazione è stata allestita un'ulteriore sala munita di proiettore in collegamento con il convegno per consentire la partecipazione a tutte le persone impossibilitate per motivi di spazio ad entrare nell'Auditorium. Sono intervenuti, tra gli altri, anche il Vicepresidente della Commissione Sanità della Regione Lazio, Stefano De Lillo, e il Consigliere Comunale di AN, Marco Visconti.
Il provvedimento previsto dalla Regione, consistente nell'eliminazione dai livelli di assistenza regionale delle terapie fisiche antidolorifiche ed antinfiammatorie, avrà effetti gravissimi sull'assistenza agli anziani e ai disabili, oltre ad essere assolutamente inconsistente sul piano del risparmio che esso si propone. Inoltre 140 strutture private di medicina riabilitativa del Lazio rischierebbero la chiusura facendo perdere il posto ad oltre 4.000 addetti.
Nel corso del convegno sono state distribuite le schede per la petizione relativa al ripristino della convenzione per le terapie fisiche antidolorifiche ed antinfiammatorie (in corso di raccolta dal 1° marzo 2007), arrivate oramai a oltre 40.000 firme, che saranno portate al più presto all'attenzione delle Autorità regionali.
"I cittadini accorsi numerosi si sono dimostrati sensibilissimi al futuro della nostra categoria – ha dichiarato Claudia MELIS, Presidente di Sanità Privata Federlazio – comprendendo perfettamente le motivazioni della manifestazione volta ad ottenere solo ciò che ci spetta di diritto. La nostra categoria chiede solo di poter sopravvivere e di non essere sostituita definitivamente dalle strutture pubbliche".
Hanno dimostrato la loro solidarietà aderendo alla manifestazione anche i laboratori privati accreditati. Sotto accusa per loro la previsione illegittima contenuta nel Piano di rientro approvato dalla Giunta regionale del Lazio di tariffe pari alla metà di quelle attualmente vigenti e già risalenti al 1991, che porterebbe alla chiusura di tutti i laboratori privati accreditati: sono oltre 350 i laboratori a rischio nel Lazio in cui lavorano circa 5.000 addetti.
Per l'intera giornata le strutture private accreditate della regione hanno inoltre incrociato le braccia in segno di protesta contro le misure contenute nel Piano di rientro della Regione.
UFFICIO STUDI E COMUNICAZIONE
(Resp. Roberto Battisti - tel. 06.549121)
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