“ Divenire tour”- Teatroteam di Bari - martedì 27 marzo ore 21-Il “divenire” di Ludovico Einaudi si è manifestato a Bari. E’ stata la seconda tappa, quella di ieri al Teatroteam, del tour internazionale che il pianista e compositore torinese (è nato a Torino nel 1955), tra i più apprezzati di musica contemporanea in Europa, ha avviato per presentare il suo nuovo lavoro discografico “Divenire”. Un titolo importante per un album dalla lunga gestazione iniziata nel 2002 quando Einaudi è stato invitato per scrivere una composizione da eseguire su un altipiano a 2000 metri, davanti alle Pale di San Martino al Festival”, nell’ambito del festival “I Suoni delle Dolomiti”. In quell’occasione presentò una suite per pianoforte, due arpe e orchestra d’archi, ispirandosi al ciclo di tre quadri del pittore Segantini (“La vita, la natura, la morte”), che, durante l’esecuzione, assunse una dimensione assolutamente unica dinanzi ad uno scenario naturalistico così spettacolare. “Divenire” è stato il titolo che Einaudi ha dato a quel brano in cui è rappresentato il ciclo vitale del fluire spazio-temporale che bene si esprime anche nella natura (il giorno che diventa notte, il fiume che diventa mare….). Da quell’esperienza dolomitica, è nata l’idea del nuovo disco del compositore torinese, pubblicato lo scorso anno per la prestigiosa etichetta britannica “Decca Records”, dopo che la sua suite “Divenire” entrò a sorpresa nella playlist dell’emittente radiofonica inglese ” Classical Fm”, nota al pubblico anglosassone per la grande propensione a trasmettere sia brani di musica classica, sia di autori contemporanei. Il fluire del tempo, inesorabile ed incessante nel suo procedere, sembra essere il comune denominatore dei brani dell’album, caratterizzati da un minimalismo che da sempre rappresenta il pianismo di Einaudi, costruito su brevi frasi che si ripetono incessantemente quasi a sottolinearne la linea melodica, in un ciclico susseguirsi senza fine, capaci di trasportare l’ascoltatore in una dimensione spazio-temporale difficilmente definibile. Nello stile di Einaudi, infatti, ben si percepisce lo scopo che si vuole ottenere: ricavare uno spazio meditativo nel quale l’ascoltatore venga posto al centro, e la musica sia solo il mezzo per poter intraprendere un viaggio spirituale all’interno del proprio sé. Novità assoluta dell’album, l’introduzione di brevi e discreti loops elettronici e la presenza di un sestetto d’archi capace di arricchire magistralmente il suono del solo pianoforte e ampliare così, lo spettro armonico complessivo. L’elettronica, come asserisce Einaudi, è uno “strumento duttile ed aperto a più soluzioni, un contenitore accessibile a tutti che permette di andare in tutte le direzioni possibili”. Nelle composizioni di “ Divenire”, ben si evidenzia l’appartenenza alla corrente minimalista di Philip Glass, Michael Nyman, Steve Reich, Yann Tiersen e Wim Mertens, ma si prosegue oltre, attraverso la ricerca della melodia tradizionale italiana, senza rinnegare l’influsso della musica classica e da camera. Compagni di viaggio del compositore torinese per l’intero tour saranno : Robert Lippok (live electronics) ed il sestetto d’archi formato da Marco Decimo (violoncello), Thomas Schrott, Laura Ricciardi e Svetlana Fomina (violini), Antonio Leofreddi (viola) e Franco Feruglio(contrabbasso). Sono circa le ventuno quando Ludovico Einaudi, impeccabile come sempre, comincia la sua attesa esibizione dinanzi al suo immancabile pianoforte Steinway Gran Coda della collezione Fabbrini .Ad aprire il concerto il brano” Svanire”, con un’imponente intro di archi di otto minuti, che richiama certe ambientazioni morriconiane. L’atmosfera del Teatroteam comincia ad assumere una dimensione difficilmente definibile, senza spazio né tempo, mentre il suono delle corde del pianoforte sembra giungere direttamente alla nostra anima. I brani si susseguono come in un film immaginario, il pianismo di Ludovico Einaudi, lento e sinuoso, costruito su lunghe pause dove viene evidenziato il “valore delle note”, così come egli stesso ama definirlo, diventa l’essenza più pura di un vero e proprio viaggio metafisico. Seguono “Uno” e “ Divenire “, che nella sua dimensione live sa richiamare, in un sapiente gioco di spazi e vuoti e nell’intreccio armonico degli archi, la grandiosità dell bellezze naturali . La musica di Einaudi è poesia in musica. E’ respiro, soffio vitale . Il concerto prosegue tra l’entusiasmo del pubblico con “Rose”, “Ascolta” e “Oltremare”, per poi riproporre brani dei suoi precedenti album come la dolcissima “ La nascita delle cose segrete”, l’evocativa “ Le onde” ed infine una particolarissima versione di “Eden Roc”, brano in cui si evidenzia maggiormente l’uso dell’elettronica, in un trascinante crescendo ritmico, tra chitarre campionate ed un magistrale intreccio di archi .Ludovico Einaudi, visibilmente commosso, saluta e ringrazia tutti gli organizzatori, concedendo al pubblico, letteralmente in delirio, ben tre bis tra cui il brano” Luce” tratto dalla colonna sonora del film di Giuseppe Piccioni ”Luce dei miei occhi” e “Giorni dispari” tratto dall’ album Eden Roc.
Claudia Mastrorilli
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