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venerdì 20 marzo 2009

I CANI RANDAGI, DOVE SONO FINITE LE RISORSE FINANZIARIE

ALLARME CANI RANDAGI IN SICILIA. DOVE SONO FINITI I FONDI DEL GOVERNO?

I VETERINARI CHIEDONO CHIAREZZE SUI FINANZIAMENTI A FAVORE DI MISURE DI CONTROLLO E PREVENZIONE PER L'INCOLUMITÀ DEI CITTADINI

di Lopreiato Antonella

E' emergenza in Sicilia dopo l'ennesima aggressione di cani randagi ai danni di una turista tedesca di 24 anni che rimane in condizioni gravi all'ospedale Cannizzaro di Catania. Si trovava a fare una passeggiata sul lungo mare di contrada Pisciotto tra Marina di Modica e Sampieri quando un branco di cani randagi l'ha assalita con morsi profondi in diverse parti del corpo. La donna in seguito a diverse urla è stata soccorsa dai carabinieri che l'hanno subito portata in ospedale con il volto sfigurato e il corpo pieno di sangue. I randagi sono riusciti a scappare ma nelle ultime ore si stanno attuando misure più drastiche. Purtroppo non è il solo caso successo negli ultimi giorni. Ricordiamo che giorni prima lo stesso branco ha aggredito e ucciso il piccolo Giuseppe Brafa di soli dieci anni e due carabinieri sono stati assaliti dagli stessi che per difendersi ne hanno dovuto abbattere due. Dopo l'ennesimo caso sono intervenuti i veterinari della Federazione medici Uil Fpl che chiedono un incontro ed un intervento urgente con il ministro del Welfare Maurizio Sacconi.

"Vogliamo che i fatti di Scicli e di Modica, in provincia di Ragusa, dove un branco di cani negli ultimi due giorni ha aggredito tre persone, uccidendo un ragazzo di dieci anni, segnino finalmente un'inversione di tendenza sulla attuale insensata gestione del problema randagismo, che determina spreco di denaro pubblico, allarme sociale e un attentato all'incolumita' pubblica". Lo afferma in una nota Claudio Fantini, responsabile nazionale veterinari della Federazione medici Uil Fpl.

"Non possiamo continuare – afferma - ad assistere silenziosi e impotenti al verificarsi di aggressioni di animali randagi e non, che comportano gravissimi danni a persone, animali o cose. E' necessario - sottolinea Fantini - potenziare i Servizi veterinari pubblici che, in sinergia con la rete ambulatoriale veterinaria privata e con gli enti e le fondazioni di protezione animale, in sintonia con i dettati della sussidiarieta', possano finalmente dare vita a seri programmi di contenimento del fenomeno del randagismo: non solo intervenendo direttamente sugli animali, ma anche sulla cultura e conoscenza di quanti si occupano di cani e di altri animali da compagnia".

La pericolosità della situazione attuale porta il ministro a ricercare nuove applicazioni sull'articolo 4 della legge 281/91 che riguarda il "randagismo", ad attuare misure più concrete e invita a riguardare e rivalutare la stessa legge, bisognosa di nuovi interventi e nuove misure a favore della sicurezza del cittadino contro quelli che sono i rischi per la salute dei cittadini contro gli animali randagi.

Il ministero della Salute ha effettuato delle analisi e i dati sono allarmanti. Sembra infatti che i cani randagi in Italia siano ben 600 mila quasi tutti al Sud, 150 mila sono nei canili. Sono concentrati per lo più in Campania che ne ha 70.671 segue la Puglia con 70.003, e al terzo posto c'è la Sicilia con 68 mila randagi. Nel Sud la situazione è allarmante ma per il Nord già cambia tutto ed è una svolta rispetto al meridione. Nelle regioni della Lombardia, del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, della Valle D'Aosta e delle province di Trento e Bolzano il problema è quasi risolto o se non del tutto eliminato. In effetti sono quasi a zero i cani randagi presenti in queste province. Va attuato un sistema che porti al controllo della situazione al Sud attraverso degli investimenti del governo a favore della prevenzione del fenomeno. I veterinari mirano proprio a questo e vorrebbero risposte certe e concrete per far fronte al problema e risolvere una volta per tutte quello che per la Sicilia è divenuto un incubo.




Raffaele Pirozzi direttore giornaleonline"www.notiziesindacali.com"

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