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venerdì 27 marzo 2009
Manutenzione, Panorama smentisce le sue accuse all’Anas
Le accuse infondate, anticipate da Dagospia, hanno provocato reazioni scomposte, come quella dell’Associazione delle Vittime delle Strade
I danni di un certo giornalismo contagiato dal gossip non finiscono mai di stupire. Ecco la cronistoria di un’altra vicenda paradossale, piccola o grande che sia, dove appare evidente che la verità è stata travisata.
Panorama, nella rubrica “Indiscreto” del 20 marzo 2009, pubblica un articolo intitolato “All’Anas piacciono le buche”, a firma Daniele Martini, che accusa il Direttore Centrale Esercizio e Coordinamento Territorio dell’Anas Carlo Bartoli di aver sostenuto, in un’intervista al Corriere, che se vi sono buche per strada e manutenzione approssimativa, “i guidatori stanno più attenti e si verificano meno incidenti” . Naturalmente non si briga di chiedere conferma all’Anas e allo stesso Bartoli, che invece in tutte le sedi hanno affermato che la manutenzione stradale è “assolutamente prioritaria”, anche rispetto alle nuove opere.
L’articolo era stato anticipato dal sito Dagospia ventiquattro ore prima che il settimanale fosse diffuso in edicola ( certamente a Dagospia non lo aveva fornito lo Spirito Santo).
La smentita dell’Anas è stata pubblicata, senza censura o commenti, da Panorama il 27 marzo 2009:
“A proposito dell’articolo ‘All’Anas piacciono le buche’, il direttore centrale dell’Anas Carlo Batoli, nell’intervista al Corriere della Sera citata nell’articolo, non ha mai detto che la manutenzione delle strade non è importante. Peraltro, anche il presidente dell’Anas Pietro Ciucci, al contrario di quanto da voi scritto, ha sempre sostenuto che la manutenzione della rete è addirittura prioritaria rispetto alla realizzazione delle grandi opere”.
Ma di danni questo articolo ne ha fatti, basti pensare alle educate, gentili espressioni di Giuseppe Guccione (Presidente della Fondazione Luigi Guccione – Ente Morale Vittime della Strada) che a Repubblica Tv, giovedì 26 alle ore 12,30, nella trasmissione diretta da Giovanni Valentini, sosteneva che a causa delle presunte dichiarazioni il Ministro avrebbe dovuto dare “un calcio nel didietro” al Direttore Centrale Esercizio e Coordinamento Territorio Carlo Bartoli e al Presidente dell’Anas Pietro Ciucci.
Si capisce che affermazioni irresponsabili, anche se esternate nei vari salotti buoni del giornalismo italiano, sono ormai avvenimento non raro. Peccato che in questi salotti elitari, robba da gran siur, dove tutti sanno tutto, non si senta il bisogno di chiedere informazioni.
Se qualcuno si fosse preso la briga di chiedere, avrebbe ricevuto la seguente risposta:
“Il Direttore centrale dell’Anas Carlo Bartoli, nell’intervista al Corriere citata nell’articolo, non ha mai detto che la manutenzione non è importante. La tesi di Bartoli, chiaramente espressa e non suscettibile di interpretazione, oltre che comprovata da tutte le statistiche, è che la stragrande maggioranza degli incidenti avviene a causa della mancata attenzione degli automobilisti e che l’attenzione è maggiore nel caso di situazioni più difficili di guida (gallerie, curve, strade dissestate etc). Il dirigente dell’Azienda non ha mai messo in discussione il dovere dell’Anas, in quanto gestore della mobilità nazionale, di impegnarsi al massimo per minimizzare gli effetti degli incidenti, migliorando le condizioni delle strade. Proprio per la centralità che l’Anas attribuisce alla manutenzione, due anni fa è stata istituita una direzione ad hoc, guidata appunto da Bartoli, denominata Esercizio e Coordinamento del territorio.
Peraltro anche il Presidente dell’Anas Ciucci ha sempre sostenuto in ogni sede, ad iniziare dal Parlamento - ed è documentabile - che la manutenzione della rete è addirittura prioritaria rispetto alla realizzazione delle grandi opere di cui tanto si parla in questi giorni, perché si pone il duplice obiettivo di salvaguardare le vite umane e di conservare il valore del patrimonio pubblico. Tanto è vero che nel biennio 2007-2008 la voce manutenzione ordinaria e straordinaria ha pesato in media nei conti Anas - tra lavori, costo del personale e costi generali di gestione - circa 650 milioni di euro su base annua.
Gli investimenti su tale voce sono in ulteriore incremento nel 2009, con una previsione di oltre 900 milioni di euro.
Tali investimenti sono stati destinati a interventi importanti, come la posa di asfalto drenante, l’installazione di barriere di sicurezza di più moderna concezione, il rifacimento dell’impiantistica delle gallerie, l’impianto dei portali con i pannelli a messaggio variabile.
Soltanto nell’ultimo trimestre abbiamo bandito 51 gare per un importo di oltre 77 milioni di euro per la manutenzione, la segnaletica ed altri interventi riguardanti la sicurezza stradale. A dimostrazione del fatto che spendere bene i soldi della collettività è un dovere al quale l’Anas non intende derogare, neppure in un periodo di crisi economica quale quello che stiamo vivendo.
Fra i diversi interventi in corso da parte dell’Anas va anche menzionato il progetto di “risoluzione dei punti neri”, inserito nell’ambito del “Piano Nazionale della Sicurezza Stradale”, che prevede circa 200 interventi, per un impegno finanziario di 508 milioni di euro, volto ad eliminare i punti della rete stradale a più alta incidentalità e con maggior coefficiente di rischio.
Il Piano è stato già in parte eseguito dall'Anas, con l'avvio di 59 progetti per un investimento di oltre 171 milioni di euro”.
Se un certo giornalismo non vuol proprio guarire dai mali che lo screditano, noi continueremo puntigliosamente, a battere e ribattere sullo stesso punto: la verità, sempre e comunque.
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