Franco Bartolomei Segretario Nazionale della Lega dei Socialisti |
I cittadini sono costretti a colmare i vuoti di bilancio degli stati che a loro volta sono "strumenti" attraverso i quali l'economia globale cerca di limitare i danni.
Gli assenti, in questo schema, sono i partiti politici della sinistra, italiana ed europea, che, incapaci di coordinarsi e di produrre un progetto comune, si illudono di poter "cavalcare la tigre" senza venire azzannati, spacciando per proposta politica una serie di placebo che danneggiano i più deboli e non incidono minimamente sui danni creati dalla finanza.
Sul tema interviene Franco Bartolomei, segretario della Lega dei Socialisti e membro della direzione nazionale del PSI: "la sinistra ufficiale si illude, a questo punto non so più quanto in buona fede, di poter cavalcare questo attacco alimentando una promessa di maggiore affidabilità, sperando in tal modo di supplire alla propria incapacità di costruire un consenso maggioritario nel paese attorno ad una propria autonoma proposta alternativa di modello di sviluppo."
All'interno di questo scenario, prosegue Bartolomei, "non giunge alcun significativo segnale diretto a riunificare le forze socialiste di ognuno dei singoli paesi della UE attorno ad un concreto programma di ristrutturazione democratica della costruzione europea, che porti ad invertire in modo deciso, in favore della sovranità democratica liberamente espressa dalle popolazioni d'Europa, l'attuale rapporto di assoluta subalternità esistente tra le classi politiche e le tecno strutture finanziarie che a livello mondiale e continentale orientano in modo assolutamente vincolante le scelte dei governi".
Oggi è fin troppo evidente che le scelte economiche imposte ai governi nazionali hanno una sola finalità, che è quella di far ingoiare, per amore o per forza, il prezzo del riequilibrio del sistema ai ceti medio bassi. Gli stati non correggono più i mercati, si limitano a dire "si". La sinistra non impone la difesa dei deboli nè l'intervento dello stato per far assumere a chi è responsabile di queste sciagure la propria responsabilità. Anche la sinistra si limita a dire "si". All'interno di questo sistema malato, la Lega dei Socialisti vuole agire da anticorpo, "cercando di costruire una rete di alleanze politiche con tutte le forze ed i movimenti interessati a riprendere le fila di un ragionamento critico sulle scelte di politica economica e sociale".
A chi invoca un governo di responsabilità nazionale per far fronte al momento drammatico che il paese attraversa, Bartolomei risponde "L'ipotesi di un Governo di unità nazionale può essere avanzata dalla sinistra esclusivamente allo scopo di costruire un esecutivo di largo consenso che sia in grado di resistere alle richieste di compressione dello Stato Sociale e di sterilizzazione della sovranità nazionale proveniente dalle autorità finanziarie sovranazionali. Un governo in grado di riuscire ad attivare, sulla base di una diversa progettualità, meccanismi di crescita fuori dai dettami e dalle strettoie liberiste e monetariste indicate dagli organismi finanziari internazionali".
Un esecutivo, quindi, che sia realmente in grado di operare scelte a favore del paese e dei cittadini, che non mascheri una reale subalternità al mondo economico con semplici slogan, parole d'irdine e "cerotti" vari ma che invece reclami nei fatti, con forza e determinazione, la sua indipendenza. Un governo, infine, che non sia la prosecuzione, a sinistra, del modus operandi e dell'essenza del berlusconismo.
"In nessun caso", conclude Franco Bartolomei "può essere proposta una soluzione di unità nazionale al solo scopo di costruire un quadro politico nuovo in cui viene avviata una progressiva sostituzione del centro-destra sul terreno di una maggiore affidabilità garantita al sistema finanziario mondiale da parte di una nuova classe dirigente, espressione della sinistra ufficiale."
A queste condizioni ben venga un governo di unità nazionale...
Lega dei Socialisti
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