In questi anni abbiamo assistito all'intensificarsi di annunci, in Italia ed in Europa, sulle prossime riforme del sistema finanziario. Annunci che raramente vanno nella direzione di attuare alcune riforme che la società civile internazionale chiede ormai da anni:
· separazione tra banche d'affari e banche che si rivolgono alla clientela retail
· serio contrasto ai Paradisi Fiscali
· introduzione di una Tassa sulle transazioni finanziarie capace di scoraggiare gli scambi meramente speculativi e di creare un gettito per ridare slancio alle politiche ambientali, di welfare e di cooperazione
· politiche premianti per le banche che prediligono il sostegno all'economia reale e allo sviluppo territoriale rispetto ad attività meramente finanziarie
· tutelare il risparmio dei cittadini e la possibilità per i risparmiatori di scegliere strumenti finanziari con chiaro impatto positivo sociale e/o ambientale.
In Italia in particolare stiamo assistendo a ripetuti interventi normativi sul sistema bancario – approvati o dichiarati – che sembrano però andare tutti nell'unica direzione di comprimere le possibilità di azione per le banche cooperative a favore di un unico modello di grande banca quotata in borsa.
La sfida che Banca Etica cerca di raccogliere sin dalla sua nascita - nel 1999 - è quella di integrare nella dimensione bancaria alcuni profili di finanza mutualistica (in senso ampio), trasparente (oltre il mero dettato della “trasparenza bancaria”), partecipata (in modo effettivo e non rituale).
In proposito, Banca Etica giudica una buona premessa normativa quanto introdotto dal legislatore con il Decreto n. 176 del Ministero dell'Economia e delle Finanze (17 ottobre 2014), laddove, nel disciplinare il microcredito ai sensi dell'art.111 del TUB, è stata introdotta la figura degli “operatori di finanza mutualistica e solidale”.
Altrettanto positiva è la recente previsione di meccanismi di voto a distanza al fine di incentivare la partecipazione di un maggior numero di azionisti alle scelte strategiche delle banche popolari.
Con questa prospettiva, fermo quanto previsto dalla normativa europea di riferimento, auspichiamo che lo sviluppo delle regole bancarie possa utilmente evolvere nelle seguenti direzioni:
· focalizzarsi sulla effettiva e efficace capacità di indirizzo della governance, orientata ai risultati sociali, ambientali, culturali ed economici;
· individuare percorsi di capitalizzazione che nel favorire il raggiungimento dei requisiti quantitativi aiutino anche la modernizzazione delle spinte mutualistiche e cooperative;
· attuare meccanismi di monitoraggio e/o controllo (misurazione) sulla realizzazione degli obbiettivi sociali e ambientali;
· definire la possibilità di una diversa gestione dei requisiti patrimoniali delle cooperative bancarie laddove le modalità di valutazione del merito creditizio siano effettivamente improntate anche alla trasparenza e tengano in considerazione impatti sociali ed ambientali.
Le proposte di Banca Etica sono state presentate recentemente in un documento diretto alla Banca d'Italia scaricabile alla pagina
www.bancaetica.it/
Banca Etica è la prima e tutt'ora unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica, opera su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di filiali, banchieri ambulanti e grazie ai servizi di home e mobile banking. Nata nel 1999, Banca Etica ha raggiunto risultati incoraggianti: in questi anni ha raccolto il risparmio di organizzazioni e cittadini responsabili e lo ha utilizzato interamente per finanziare progetti di particolare interesse collettivo. Dalla nascita a oggi Banca Etica è cresciuta costantemente e ha erogato crediti per un totale oltre 2 miliardi a sostegno di quasi 25mila iniziative di organizzazioni, famiglie e imprese nei settori della cooperazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell'ambiente, diritto alla casa. Nel 2014 Banca Etica ha aperto la sua prima filiale all'estero, a Bilbao in Spagna.
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