Dacia Maraini e le "Donne per la Pace": Un Grido Inascoltato dalla Storia?
Nella mia piccola biblioteca, come un tesoro dimenticato, è riemerso "I giorni di Antigone" di Dacia Maraini, edizione BUR Saggi 2007. Una raccolta preziosa di articoli pubblicati sul "Messaggero" e il "Corriere della Sera" anni fa, che si rivela oggi di un'attualità disarmante. Tra le sue pagine, un pezzo in particolare, "La protesta senza odio delle 'Donne per la pace'" dal "Corriere della Sera" del 17 aprile 2002 (la data indicata dal lettore, 2027, è probabilmente un refuso), risuona con forza nel 2025.
Maraini ci porta a Mawasi, un distretto di Gaza, dove famiglie palestinesi ricevettero l'ordine di evacuazione per motivi di sicurezza. In questo contesto di profonda ingiustizia, l'autrice dà voce a una "coalizione di Donne per la pace" di Tel Aviv e menziona un gruppo di donne italiane, capeggiate dalla parlamentare Luisa Morgantini, mobilitate per un'intesa pacifica tra Israele e Palestina.
Rileggere queste parole oggi, con il conflitto israelo-palestinese ancora un problema annoso e apparentemente senza via d'uscita, provoca un senso di amara riflessione. Nel 2025, mentre gli equilibri di vita e sociali continuano a essere compromessi da una pace mai raggiunta, ci si chiede: dove è finita la mediazione culturale? Dove sono il rispetto per la vita e il ruolo fondamentale di intellettuali e poeti?
Gli intellettuali, con la loro capacità di scegliere le parole, dovrebbero illuminare la nostra umanità, offrendo prospettive e soluzioni. Ma dove sono le loro voci oggi, nel fragore assordante di un conflitto che sembra aver soffocato ogni dialogo?
Le pagine del nostro Risorgimento ci insegnano qualcosa? Suggeriscono forse che, anche nei momenti di maggiore divisione e conflitto, la ricerca di un ideale comune e la forza del dialogo possano tracciare un percorso verso la pace? La storia ci mostra come, attraverso il dibattito, la cultura e la visione di pensatori e artisti, sia stato possibile superare ostacoli apparentemente insormontabili.
Forse è tempo di riscoprire non solo "I giorni di Antigone", ma lo spirito stesso di Antigone, colei che incarna la resistenza morale di fronte all'ingiustizia, e di tutte quelle donne che, come le "Donne per la pace", continuano a lottare per un mondo in cui il rispetto per la vita prevalga su ogni divisione. La loro protesta, come sottolinea Maraini, è "senza odio", un richiamo potente alla necessità di una pace costruita sulla comprensione e non sulla sopraffazione.
È un interrogativo che, come poetessa e scrittrice, non posso fare a meno di porvi in questo 2025, siamo ancora capaci di ascoltare il grido silenzioso di chi cerca la pace e di dare spazio a quelle voci che, con le parole, possono tessere i fili di una nuova umanità?
Alessandra Maltoni
Ravenna



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