CASTELLABATE - Si è turisti anche senza essere in vacanza, in Cilento.
Perché qui, d’estate anche se la vita rispetta il motto “ scorre lenta “ basta varcare la soglia di casa per ritrovarsi in un set da cartolina: il mare cristallino, le spiagge affollate, il borgo famoso per le scene di “ Benvenuti Al Sud “ invaso da dialetti italici e sorrisi abbronzati.
Eppure, per chi vive il Cilento tutto l’anno, l’estate non è solo luce e leggerezza. È anche il momento in cui si fa più forte una certa distanza tra chi arriva e chi resta, tra chi consuma e chi lavora, tra chi si gode il paradiso e chi, per mantenerlo tale, è costretto a fare i conti. Conti salati.
Il 2025 ha portato con sé una stagione turistica da record, ma anche rincari che rischiano di far traballare l’equilibrio tra accoglienza e sostenibilità. In molte località del sud della Campania , persino i piatti più semplici della tradizione popolare sembrano aver subito una metamorfosi gastronomica e soprattutto economica.
Una frisella condita, che un tempo rappresentava il pasto povero per eccellenza, può oggi arrivare a costare 8 euro.
E se ci aggiungi qualche fetta di melanzana grigliata, un po’ di tonno, della mozzarella fresca e qualche pomodoro, il prezzo può anche raddoppiare.
Succede, per esempio, che una “frisella gourmet” tocca quota 17 euro . Ma non si tratta di un caso isolato.
In altri stabilimenti balneari della costa , un panino ben farcito – simbolo dello street food classico – può superare i 14 euro, diventando un lusso da assaporare con cautela, più che un pasto veloce da spiaggia.
È la deriva di un Cilento che piace sempre di più, ma che rischia di non riconoscersi più.
Dove la tradizione diventa brand, l’autenticità si trasforma in esperienza da vendere, e la cucina di casa viene servita con sovrapprezzo, magari su un tagliere in legno con vista mare. Nulla di male, se non fosse che chi qui ci vive tutto l’anno – e non solo nei mesi del boom – si trova spesso a fare i conti con una terra che ama profondamente, ma che d’estate diventa, per assurdo, meno accessibile. Anche solo per una frisella.
Marco Nicoletti
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