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lunedì 23 gennaio 2006

LA GRANDE MANIFESTAZIONE, SVOLTASI A MESSINA CONTRO IL PONTE, DEVE INDURRE IL GOVERNO AD UNA RIFLESSIONE E POSSIBILMENTE A FARE MARCIA INDIETRO

FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU "SICILIA INDIPINNENTI"
FRONTE NAZIONALE SICILIANO "SICILIA INDIPENDENTE"

-Sikritarìa Nazziunali-

Kumunikatu Stampa

LA GRANDE MANIFESTAZIONE, SVOLTASI A MESSINA CONTRO IL PONTE, DEVE INDURRE IL GOVERNO AD UNA RIFLESSIONE E POSSIBILMENTE A FARE MARCIA INDIETRO

Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ritengono che la grande manifestazione, popolare e trasversale, indetta dalla RETE "NO PONTE" contro la realizzazione, appunto, del Ponte sullo Stretto e che si è svolta domenica a Messina sia uno di quei grandi eventi politici che non si possono archiviare come semplici notizie di cronaca o, peggio, come se niente di particolare fosse successo.

Non è, del resto, un caso che vi abbiano partecipato - oltre che numerosi Cittadini di Messina - le Associazioni Ambientaliste, alcuni Rappresentanti delle Forze Sicilianiste, alcuni importanti partiti politici, folte rappresentanze dei Comitati "NO-TAVI" del Nord Italia ed altri Movimenti di opinione che contestano le grandi opere pubbliche che modificano il territorio e l'ambiente in modo sconsiderato e senza giustificato motivo.

Hanno pure partecipato alcuni coraggiosi uomini politici siciliani - come Bartolo SAMMARTINO e Fabio GRANATA - ponendosi in contrasto con l'orientamento in materia del partito di appartenenza.

Ferma restando la solidarietà con chi si batte per la difesa dell'Ambiente, l'FNS si permette di ribadire che il Ponte sullo Stretto rimane un UNICUM non paragonabile, per la gravità dell'impatto e delle altre eventuali conseguenza, alle altre opere pubbliche oggi in discussione. E probabilmente sarebbe un errore omologare il Ponte agli altri 530 progetti di opere pubbliche per le quali, magari, andrebbero fatte critiche specifiche ed articolate e per le quali, forse, sarebbe azzardato affermare che stano tutte inutili e dannose.

In questo contesto non deve cadere nel vuoto la civile denunzia di Fulco PRATESI, Presidente del WWF, il quale ha ricordato come lo studio di impatto ambientale relativo al PONTE presenti "oltre cento lacune ed omissioni". Peraltro, tale studio prende come riferimento il terremoto di MESSINA del 1908, quando invece - sostiene Pratesi - in altre parti dei Mondo si sono raggiunte intensità di MAGNITUDO maggiori. Analoga considerazione vale per la durata delle sequenze, tenendo conto di ciò che è avvenuto in Italia.

Non si può negare che esistano critiche ad osservazioni di carattere scientifico, tecnico, economico e politico, alle quali non sono state date risposte adeguate. E che obbligano il Governo Italiano ad una battuta d'arresto dei lavori e ad una pausa di riflessione, quanto meno per dimostrare che non si è succubi di coloro che vogliono mettere l'opinione pubblica di fronte al fatto compiuto.

Ed in ogni caso devono prevalere il senso di responsabilità ed il rispetto degli interessi generali.

L'FNS chiede con forza che si applichi, per il Ponte, il principio che in uno Stato di diritto non si può varare un'opera pubblica di così grandi dimensioni e dalle tante conseguenze, prevedibili ed imprevedibili, senza aver prima consultato con apposito REFERENDUM i Popoli più direttamente interessati, che in questo caso sono il Popolo Siciliano e quello Calabrese. Non basta. Esiste anche una "trama", non confessata pubblicamente, che mira a sottrarre alla Sicilia la Città e la Provincia di Messina per creare (assieme ad analoga mutilazione della Calabria per quanto riguarda Reggio e Provincia) un'altra Regione, più rispondente alla esigenze ad ai comodi dei partiti italiani centralisti e al loro progetto di impedire il risveglio del Popolo Siciliano. Della Nazione Siciliana.

Palermu, 23 Jinnaru 2006

GIUSEPPE SCIANÒ Sikritariu FNS
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Si ringrazia per la cortese attenzione.
L'Addetto Stampa (Giovanni Basile)

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«Diamo, quindi, al Popolo Siciliano - in lotta per il suo ideale millenario - la bandiera di un indipendentismo esente da mafiosità e brigantaggio, auspicandone la vittoria nella libertà, nella democrazia, nella giustizia sociale, nella concordia, nella pace e nello spirito europeistico e mediterraneistico».

Giuseppe Montalbano, 1976

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