"La sentenza della Cassazione aveva indicato come limite all'interruzione dell'idratazione e dell'alimentazione una situazione clinica ben precisa, che è quella dell'irreversibilità dello stato della Englaro secondo standard scientifici internazionalmente riconosciuti, e la corte d'appello ha applicato questo principio con criteri probabilistici. Probabilmente avverrà così, cioè che la Englaro non si riprenderà mai, ma dal punto di vista strettamente scientifico non è un percorso corretto: scientificamente non è possibile determinare l'irreversibilità di situazioni come questa. Forse la Cassazione non è stata così consapevole, per le finalità che voleva raggiungere, di quello che andava scrivendo, perché ha finito per porre un limite quasi insormontabile."
"Il vuoto legislativo è enorme", aggiunge però D'Avack sull'assenza di una legge sul testamento biologico, "e le colpe dei politici sono altrettanto enormi. E' stato sollevato il problema dell'interferenza del potere giudiziario sul potere legislativo, ma il potere legislativo farebbe bene a emanare delle norme su queste problematiche: discute dalla decima legislatura sul problema del testamento biologico e non ne viene a capo. I giudici sono costretti a prendere delle decisioni, che possono essere anche impostate ideologicamente, ma il potere legislativo ha poco da lamentarsi. A chi oggi sta al governo questa sentenza non piace, e giuridicamente non piace neanche a me, ma questa è la conseguenza di un vuoto normativo."
"Secondo me il mondo politco" conclude D'Avack, "potrebbe da questa vicenda ricavare una spinta in avanti. Mi auguro che ci sia presto una normativa bilanciata, e che il legislatore sia capace di mediare tra le molte esigenze, e di non far propria un'unica etica."
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