Una grande presenza scenica, quella di Gigi Proietti, ieri sera a Noci in provincia di Bari.
Il popolare “maresciallo Rocca” è riuscito a portare al suo seguito oltre tremila persone. Un pubblico dalle caratteristiche variegate, che ha assistito ad uno spettacolo di varietà a tutti gli effetti, come se fosse un concerto di piazza.
Infatti oltre al pubblico posizionato in poltrona “seguendo la tradizione teatrale con tutti i crismi” numerosi sono stati gli spettatori, che in piedi,collocati ai bordi del perimetro ufficiale, sulle balconate limitrofe, con l’ausilio di maxi schermi hanno seguito con l’occhio vigile, per più di due ore, sul palcoscenico le battute, gli aneddoti, le canzoni e le divertenti performance proposte dallo show man Gigi Proietti.
Lo spettacolo, per una scarsa padronanza organizzativa, forse impreparata ad accogliere un così vasto numero di persone è iniziato con circa un’ora e mezza di ritardo. Buonasera 2008, proposto da Proietti ha avuto il suo incipit con un omaggio ad un grande del Teatro del ‘900, Eduardo De Filippo. Si è trattato di un atto unico (scelto ad introdurre lo spettacolo quale emblema del teatro d’autore) firmato dal grande commediografo partenopeo, che ha portato sulla scena un Proietti, poco conosciuto al grande pubblico, protagonista del tipico umorismo di Eduardo sempre tra il serio e il faceto.
E’ stata poi la volta der gelataro…. uno dei tanti personaggi complementari nell’ambito del teatro che fu; quando ancora i bambini si accontentavano di gelati, pop corn e prodotti nostrani, come mostaccioli e castagne secche. Proietti sceso fra il pubblico, ha ricordato i sapori e gli odori di una vecchia Roma che non c’è più e soprattutto i famosi strilli dei venditori ambulanti, che giungevano in bicicletta e lontani dall’era del consumismo riparavano ombrelli e piatti rotti e vendevano fiori. L’unico a sopravvivere fra questi, ma haimè! non più in bicicletta è l’arrotino che per pochi istanti ci riporta indietro nel tempo.
E’ la volta di “Qui sotto il cielo di Capri” con cui Gigi Proietti, indossando lo smoking, italianizzato in “fumando”, trasporta il pubblico presente nella magica atmosfera del varietà.
Il mitico avanspettacolo, che conduceva il pubblico lontano dalla quotidianità e lo catapultava magicamente in un mondo surreale, lontano dai problemi di tutti i giorni.
Era il tempo dello Swing, dei ritmi latino americani, del Merengue (oggi tornati alla ribalta), in cui si pronunciavano nomi esotici, come ad esempio Tequila, pensando fosse il nome di una misteriosa signora. Si ammiravano i mitici ballerini di Bolero, ironicamente parodiati da Proietti, sempre contraddistinto dalla sua singolare professionalità, che lo rende un artista completo, capace di spaziare dal Teatro d’autore alla canzonetta, mantenendo sempre viva l’attenzione del pubblico.
Quello di Proietti non è stato un tuffo nostalgico nel passato, ma soprattutto un voler raccontare la nostra storia dello spettacolo, un modo per non disperdere la nostra identità culturale.
E’ stata poi la volta dei ricordi legati al Teatro Brancaccio a Roma, alla scuola di teatro, all’ironizzare sui “trucchi del mestiere” con cui l’attore continuamente è costretto a convivere per conquistarsi il tanto sospirato applauso a scena aperta.
Insostituibile il ruolo apportato dall’Orchestra, dei boys accompagnati da una soubrette d’eccezione, Susanna Proietti.
Insomma il grande Gigi nazionale, ha inteso mettere a nudo il mestiere dell’attore, con carrettelle, vecchi trucchi della Commedia dell’Arte, satira di ogni tipo, senza dimenticare le canzoni popolari, quasi sempre tristi, in cui come diceva Proust alberga l’anima dei popoli.
…… Ma soprattutto una grande nostalgia per i sentimenti veri, punto di riferimento nel passato, da contrapporre purtroppo ad un bilancio negativo di questi ultimi nel nostro presente.
“Per questo amore è meglio non cantare …. perché non c’è” così recita dal palcoscenico Proietti, riguardo all’amore, considerato una volta baluardo di certezze.
Oltre a Susanna, ha affiancato sul palcoscenico Gigi Proietti, in questo grande omaggio al Teatro, anche
Maria Caravella
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