Trattasi del maestoso fabbricato sito in via largo de Turris (quartiere Caporivo), comprendente i civici 10, 11, e 12, interessato nelle ultime settimane dal crollo del cornicione.
Sgombero, che coinvolgerà anche alcuni centri commerciali locali, quali la “vineria Di Somma V.nzo ”, ed il salone di Barbiere che fù di Salvatore Caiazzo, il barbiere del quartiere Caporivo morto lo scorso 8 marzo tra le polemiche sul degrado del centro storico e sulle auto in sosta selvaggia.
«Sono amareggiato – commenta Vincenzo Di Somma, titolare della vineria “Di Somma V.nzo”., sita al civico 10 – perché sono stato uno dei pochi commercianti ad investire nel centro storico.
Tra l’altro, in ottemperanza ai progetti promossi dall’amministrazione comunale in loco. Ma, fin dall’inizio della mia attività, ho dovuto conforntarmi con il degrado del quartiere, l’abbandono della zona, e con il caos traffico prodotto dall’assenza di parcheggi per i residenti. Ora, - conclude Di Somma, con una visibile amarezza - non so cosa farò, probabilmente non mi resta che andare via dal centro storico».
Dello stesso avviso Concetta, residente in via Coppola: «sono anni che ci dicono che sono arrivati i fondi per il rimodernamento della zona, ma poi non succede mai nulla. Siamo stanchi delle promesse vogliamo i fatti. Siamo pronti a protestare fin sotto Palazzo Farnese».
Solidale con i cittadini l’opposizione di centrodestra, con Antonio Sicignano (nella foto), vicepresidente regionale dei Circoli della Libertà e presidente del circolo locale, che nei mesi scorsi aveva promosso una petizione popolare contro l’abbandono dei quartieri Caporivo, Licerta e Santa Caterina.
«E’ quasi un anno che denunciamo il degrado della zona – spiega Sicignano – e le condizioni in cui vivono gli abitanti del centro storico sono davvero preoccupanti, e necessitano di notevoli investimenti economici da parte dell’amministrazione comunale. Prima di restaurare le piazze con le fontane, il Sindaco dovrebbe restaurare i palazzi in cui vivono i nostri concittadini, che solo perché vivono nel centro storico non vuol dire che sono cittadini di serie B. Ora – continua Sicignano, riferendosi al fatto che lo sgombero ha coinvolto alcuni centri commerciali locali – l’Amministrazione si faccia carico delle perdite economiche che hanno subito, o subiranno, quei commercianti che hanno avuto il coraggio di investire, su suggerimento della stessa amministrazione comunale, nel centro storico»
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