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lunedì 26 gennaio 2009

L'Arte della Commedia (recensione)

La Compagnia Attori & Tecnici
presenta
L'ARTE DELLA COMMEDIA
di Eduardo De Filippo
con
Stefano Altieri, Renato Scarpa,
Carlo Lizzani, Massimiliano Franciosa, Roberto Della Casa,
Annalisa Favetti, Riccardo Cascadan, Michele Lella, Ludovica Rosenfeld
scene
Alessandro Chiti
regia
Stefano Messina

Oreste Campese è il capocomico della compagnia di una famiglia di attori girovaghi che ha perso in un incendio il capannone che faceva loro da casa e da teatro. Le uniche cose salvate dalle fiamme solo le casse dei trucchi e dei costumi. Duramente provato da questa disgrazia che li ha messi sul lastrico, Campese chiede udienza a De Caro, prefetto di nuova nomina appena giunto in paese e viene inserito in una lista di altre cinque persone. De Caro lo riceve per primo e inizia una conversazione con lui sul ruolo del teatro e dei teatranti, sulla loro importanza nella società e sulla responsabilità e l'impegno delle istituzioni in favore dell'arte. Inizialmente pacata, la discussione si accende quando il capocomico confuta con parole chiare e sincere le affermazioni qualunquistiche e superficiali del prefetto. Quando poi Campese gli chiede di presenziare quale rappresentante delle istituzioni ad un loro spettacolo, cosa che costituirebbe una buona pubblicità e un conseguente miglior incasso col quale poter lasciare il paese, il prefetto, irritato, mette alla porta in malo modo il capocomico offrendogli solo l'elemosina di un foglio di via. Per un errore però al capocomico viene consegnata la lista delle persone che avevano chiesto udienza. Campese lascia la prefettura lanciando a De Caro una sfida: sarà capace il prefetto di distinguere gli attori, tra le persone che riceverà quella giornata?
Il prefetto riceve quindi il medico condotto, il parroco, la maestra, il farmacista e due montanari cercando invano di capire se siano gli attori della compagnia o i veri cittadini del paese. La situazione precipita, il farmacista si avvelena e muore e Campese riappare per restituire la lista delle udienze. De Caro gli intima di rivelargli la verità sotto la minaccia di consegnarlo al maresciallo dei carabinieri ma la risposta di Campese non chiarirà i suoi dubbi perché le storie, a prescindere dalla vera identità dei protagonisti, sono vere e il confine tra realtà e finzione è sottile e trasparente come l'immagine riflessa in uno specchio.

Nonostante sia stata scritta nel 1964, L'Arte della Commedia di Eduardo De Filippo è una pièce che colpisce per la sua grande attualità, specie oggigiorno in cui le istituzioni, con i suoi frequenti tagli di fondi, sembrano essere sempre meno interessate alla cultura e al teatro, ed è un'accorata dichiarazione d'amore per questa professione antica ed entusiasmante che, paradossalmente, da sempre, non ha la tutela e la considerazione istituzionale che merita.
La messa in scena di questa commedia, inoltre, acquista un significato ancor più profondo e vissuto perché presentata, dalla Compagnia Attori e Tecnici che, da più di vent'anni, lotta con le istituzioni locali per tenere in vita il bel Teatro Vittoria e le sue attività che sono un prezioso punto di riferimento e di ricchezza culturale per tutti i cittadini romani.
La scenografia di Alessandro Chiti è particolarmente curata, semplice ma di grande effetto, grazie ad alcune trovate sorprendenti tipo il passaggio dalla prima scena, di un esterno, alla seconda, di un interno, con il manto bianco della neve che scompare risucchiato da un invisibile buco al centro del palco, come pure molto pregnante e ricca di significato è l'immagine degli attori riflessi nello specchio perché il teatro è specchio della vita.
La regia di Stefano Messina è impeccabile. Intensa e pregevole l'interpretazione del cast composto da attori di grande talento ed esperienza: Stefano Altieri (il capocomico Campese), Carlo Lizzani (il prefetto De Caro), Roberto Della Casa (il segretario Franci), Renato Scarpa (il parroco Don Salvati), Massimiliano Franciosa (il dott. Bassetti), Annalisa Favetti (la maestra Petrella), Riccardo Cascadan (il piantone Veronesi e il farmacista Pica), Michele Lella e Ludovica Rosenfeld (la coppia di montanari).
Chi ama il teatro amerà questa commedia perché saprà riconoscerne il valore e la veridicità e perché, come diceva Eduardo, "lo sforzo disperato che compie l'uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro."
(Ilda Ippoliti)

In scena fino al 12 Febbraio
TEATRO VITTORIA
P.za S. Maria Liberatrice, 10
00153 Roma - tel 06570170
www.teatrovittoria.it

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