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lunedì 31 gennaio 2011
Federalismo: In Sicilia basta applicare lo statuto di autonomia
Sono gli ultimi giorni per una conferma politica da parte della coalizione di Governo , basata , tra gli altri, su un punto fermo “il federalismo” . Un primo impianto che dovrebbe Interessare la base del sistema amministrativo dello stato, ”i comuni”. Tra le regioni che da tempo avrebbero potuto applicare tale sistema federale sicuramente la Regione Siciliana che dopo il ventennio fascista e dopo le varie istanze separatiste ,ottenne il riconoscimento costituzionale dello statuto di autonomia speciale nel 1946. Una compagine di articoli che poneva la Sicilia in una condizione di rilievo autonomista rispetto alle altre regioni italiane con una particolare rilevanza nello sfruttamento delle risorse del sottosuolo quali petrolio ,salgemma,gas metano ed altro. Certamente un percorso storico-costituzionale che avvicina il sistema Siciliano alla stessa Catalogna che Nel 1978 si avvalse di uno Statuto d’autonomia, molto avanzato e recentemente modificato. Entrambe hanno continuato nel tempo a subire le ingerenze da parte dello Stato ma ad oggi solo la Catalogna è riuscita a dotarsi di uno Statuto d’autonomia più vicino alle esigenze odierne, mentre la Sicilia è riuscita solo nel 2001 a modificare superficialmente lo statuto. Certamente poco rispetto a quello che la regione catalana è riuscita ad ottenere nel 2006 regolamentando anche i rapporti con l’Unione Europea. Ritornando ai nostri giorni possiamo notare come il tanto acclamato federalismo del nord, in Sicilia ha rappresentato un sacco pieno di beni inutili ,infatti è riuscito ad oggi a trasferire solo alcune proprietà quali laghi ,fiumi,coste,caserme ed altri pezzi di demanio statale alle regione siciliana ed alle provincie. La vera autonomia fiscale anche sui prodotti del sottosuolo siciliano non è mai esistita e non sarà mai attuata. Un plauso quindi al re nudo (Bossi) che avendo capito su quale piatto d’argento gli alleati gli hanno consegnato le chiavi dell’Italia ha potuto ancora una volta arricchire le regioni più virtuose favorite fin dal dopoguerra da un sistema industriale di cartello che per i siciliani ha rappresentato solo emigrazione. Lode e gloria ,quindi, alla capacità di genuflessione dei Siciliani che forse vittime di un sistema tornacontistico della classe politica locale è riuscita a perdere la vera opportunità di sviluppo legata allo statuto di autonomia ,ignorando da sempre il vero strumento di valorizzazione dell’economia siciliana. Non si pone quindi il dubbio e non possiamo “sciarriarini pi na manciata di ficu sicchi” vogliamo una sicilia libera dalla fiscalità nazionale e sede di un sistema fiscale low cost che possa dare la vera e fisiologica centralità mediterranea alla nostra isola.
Di Maurizio Cirignotta
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