Il termine ematocrito deriva dal greco HEMA (αιμα), che significa "sangue" e criterio (in greco κριτηριον). Il termine è stato coniato da Magnus Blix di Uppsala nel 1891 come haematokrit.
Metodi di misurazione dell'ematocrito
Il valore dell'ematocrito può essere determinato mediante centrifugazione del sangue eparinizzato in un tubo capillare (anche conosciuto come un tubo microematocrito) a 10.000 RPM per cinque minuti. Questo procedimento separa il sangue in strati. Il volume di globuli rossi diviso per il volume totale del campione di sangue dà il volume di globuli rossi nel sangue.
Con le attrezzature di un laboratorio moderno, l'ematocrito è calcolato da un analizzatore automatico e non direttamente misurato. Esso viene determinato moltiplicando il numero di globuli rossi dal volume cellulare medio. L'ematocrito è leggermente più accurato e include anche piccole quantità di plasma sanguigno intrappolate tra i globuli rossi. Un ematocrito stimato in percentuale può essere ottenuto triplicando la concentrazione di emoglobina in g/dl e rilasciando le unità. Il livello di emoglobina è la misura utilizzata dalle banche del sangue per avere un quadro del livello di ferro nel sangue del donatore.
Vi sono stati casi in cui il sangue per il test è stato inavvertitamente prelevato in prossimità di una linea endovenosa che era infusione con globuli rossi o fluidi. In queste situazioni, il livello di emoglobina nel campione di sangue non sarà il livello reale del paziente perché il campione non contiene una grande quantità di materiale infuso. Cioè, se eritrociti vengono forniti, il campione contiene una grande quantità di tali cellule e l'ematocrito sarà artificialmente molto elevato. Al contrario, se i liquidi salini o di altra origine vengono forniti, il campione di sangue sarebbe stato diluito e l'ematocrito sarebbe artificialmente basso.
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