Attori, registi, tecnici, organizzatori: c'è un piccolo esercito invisibile di africani o afrodiscendenti che ha contribuito a far navigare la barca del nostro cinema, portandosi dietro talenti, storie e saperi che ci ricordano il carattere irriducibilmente plurale, complesso ed eterogeneo della società italiana. Con questa selezione di film, attraversiamo idealmente la storia del cinema italiano e dei suoi rapporti con l'Africa, dai tempi del muto e del blackface passando per i classici, i generi e i film d'autore, per arrivare al presente fatto di nuovi sguardi, anche dietro la macchina da presa.
La presentazione del volume di Leonardo De Franceschi sarà occasione di confronto con saggisti e cineasti sui limiti che continuano a caratterizzare lo sguardo del cinema sui temi dell'immigrazione e della convivenza e sul ruolo che autori e tecnici di origine migrante hanno occupato negli ultimi anni e ancor più potrebbero svolgere, sul piano culturale, artistico ma anche economico. Investire di più su queste professionalità diffuse a tutti i livelli del comparto dell'audiovisivo e servirsi dell'esperienza transnazionale di molti di questi artisti potrebbe aiutare il cinema italiano contemporaneo a percorrere nuove strade, evitando le secche di certo provincialismo trionfante che lo contraddistingue. Dopo la presentazione, alle 21, saranno proiettati il cortometraggio Poveri diavoli, prima prova di Ahmed Hafiene dietro la macchina da presa, e a seguire Va' pensiero - Storie ambulanti di Dagmawi Yimer, una meditazione dolente ma carica di speranza sui temi del razzismo e della convivenza nell'Italia della Bossi-Fini e dei CIE.
Rassegna a cura di Maria Coletti
venerdì 17
ore 17.00 Zuma di Baldassarre Negroni (1913, 27')
Forse il primo film italiano ad avere come protagonista una donna africana, anche se interpretata dall'attrice Hesperia (pseudonimo di Olga Mambelli). Nel personaggio di Zuma - una serva innamorata del suo nobile padrone - si mescolano esotismo, melodramma e commedia.
Per gentile concessione di Ripley's Film
a seguire Senza pietà di Alberto Lattuada (1948, 95')
Un classico nero del Lattuada neorealista, un melodramma cupo, ambientato nel dopoguerra a Livorno e dintorni, ma anche una, sia pur sui generis, storia d'amore interrazziale, che regala a John Kitzmiller il suo primo e unico ruolo da co-protagonista nel cinema italiano, accanto a Carla Del Poggio.
ore 19.30
Presentazione del libro a cura di Leonardo De Franceschi L'Africa in Italia. Per una controstoria postcoloniale del cinema italiano (Aracne, 2013)
ore 21.00
Poveri diavoli di Ahmed Hafiene (2012, 15')
In un paesino della Puglia, l'imprenditore De Girolamo ha un'attività di pescherecci, dove lavorano molti immigrati in condizioni illegali. Samir è l'unico a ribellarsi allo sfruttamento: ad aiutarlo sarà un complice inatteso.
In collaborazione con Associazione Culturale Ingegni
a seguire Va' pensiero. Storie ambulanti di Dagmawi Yimer (2013, 56')
Le storie di migranti sopravvissuti a gravi episodi di violenza (Mohammed Ba, accoltellato da uno sconosciuto a Milano, e Mor Sougou e Cheikh Mbengue, gravemente feriti a Firenze il 13 dicembre 2011) si intrecciano in un racconto sulle emozioni, le paure e i tentativi di rinascita di chi, da un giorno all'altro, scopre di essere vittima di un odio omicida soltanto per il colore della pelle.
In collaborazione con Archivio delle Memorie Migranti, Premio Mutti e Fondazione Cineteca di Bologna
Giornata a ingresso gratuito
sabato 18
ore 17.00 Uomini duri di Duccio Tessari (1974, 92')
Un sacerdote manesco e un ex poliziotto nero indagano su una rapina in banca, ostacolati dai rispettivi superiori. Singolare esperimento di blaxpaghetti girato negli Usa con un cast internazionale, tra cui spiccano, insieme a Lino Ventura, le due stelle della blaxploitation, Isaac Hayes e Fred Williamson.
ore 19.00 Bell'amico di Luca D'Ascanio (2002, 84')
Un quarantenne romano (Luca D'Ascanio) si mette in casa un regista angolano (Mariano Bartolomeu, nei panni di se stesso). Il tempo passa, ma Mariano non se ne va: anzi, penetra sempre più a fondo nella vita del suo ospite, riprendendolo a sua insaputa con una videocamera. Un esordio minimalista, tra commedia e cinéma-vérité.
ore 21.00 Italian Movies di Matteo Pellegrini (2012, 99')
L'avventura tragicomica di alcuni operai, per lo più migranti, che trasformano uno studio televisivo in un service per filmini matrimoniali e per videolettere destinate alle famiglie lontane: l'opera prima di Pellegrini racconta anche del potere virale delle immagini nel XXI secolo, di come davanti a una videocamera ci si possa reinventare, in un rito di autorappresentazione, che è ludico e catartico insieme.
In collaborazione con Indiana Production Company - Ingresso gratuito
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