Posizioni ed iniziative, entrambe, intrise di bugie, razzismo ed ipocrisie.
Bugie. Gli esercizi commerciali che chiudono per la crisi, non sono una nostra invenzione. Le strade che secondo noi e non solo, per non continuare a farsi male sarebbero tre: meno fiscalita', semplificazione burocratica, liberalizzazione orari. Inoltre, i dati della grande distribuzione, dove si concentrano la maggior parte delle vendite, sono in aumento molto piu' consistente rispetto alla media e piccola: indicatore di un commercio che e' cambiato, in cui gli addetti del settore non possono far riferimento alle vecchie rendite di posizione per essere attivi, ma devono reinventarsi nuove forme, specializzazioni e qualita'.
Razzismo. A parte le feste "laiche", come la mettiamo con coloro che non seguono i propri riti religiosi di domenica, ma, per esempio, di venerdi' e sabato, e cosi' per la Pasqua cristiana? La religione cattolica romana non ci sembra che sia ancora religione di Stato.
Ipocrisie. Come la mettiamo con coloro che lavorano sempre: autisti, ferrovieri, poliziotti, ristoratori, camerieri, vigili, personaggi e personale dello spettacolo, alberghi, bar, servizi di emergenza, ospedali, cliniche, aeroporti e aerei, e i professionisti che lavorano nei propri studi. Cioe', milioni e milioni di persone. Non esistono?
E poi -chiosa finale per le coop- sara' anche perche' sono un po' nell'occhio del ciclone per correttezza e trasparenza del loro operare economico, mentre -per restare solo nell'ambito alimentare- il loro gigante avversario in materia di orari (Esselunga di Caprotti) sta macinando utili e business come non mai?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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