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venerdì 11 ottobre 2024

Israele contro tutti, una storia che si ripete, sotto il tiro anche Unifil

La guerra in Medio Oriente lanciata da Israele conto il Libano, La Siria, l’Iran e la Cis Giordania ci fa capire il vero volto degli ashkenaziti a cui appartiene Netanyahu. Una risposta quella del 7 ottobre del 2023 che ha trascinato Israele in una guerra senza quartiere con la popolazione che ancora si lamenta per la mancata liberazione dei 100 ostaggi ancora in mano ad Hamas e dopo il Genocidio attuato a Gaza.

Nel frattempo, sono morti più di 40.000 persone nella striscia di Gaza ed ora tocca al Libano meridionale sotto attacco delle bombe Israeliane che falciano morti ogni giorno. Secondo fonti d Al Jazeera un attacco al centro di Beirut ha provocato la morte di 22 persone tra cui una famiglia che scappava dal primo assalto nel libano meridionale. Una situazione che vede l’ONU passivo di fronte alla conquista territoriale di un altro paese ed alla lesione geografica dei confini sanciti dalla stessa organizzazione.

In pratica facendo un parallelismo con l’Ucraina l’organizzazione internazionale mantiene un doppio standard di visione geopolitica con quello che sta avvenendo in Medio Oriente. A farne le spese la stessa forza ONU presente in Libano che ha dovuto subire l’attacco israeliano mirato ai Peace Keeper su tre posizioni. Gli stessi Israeliani forti della loro forza militare hanno intimato alla forza ONU di andarsene ed abbandonare tutte le basi vicino al confine.

Il comportamento israeliano ha una storia e fin dalla sua nascita ha voluta da Harry S Truman avvenuta nel maggio del 1948 ha creato problemi con i rifugiati. Alcuni paracadutisti, sotto il comando del colonnello Ariel Sharon, futuro primo ministro israeliano, “sparò a ogni uomo, donna e bambino che riuscirono a trovare”, nel villaggio di Qibya, in Cisgiordania, controllato dalla Giordania, secondo la rivista Time, lasciando 69 morti. Il primo ministro Ben-Gurion gridò “antisemitismo” ma in realtà l’antisemitismo era un importante ricordo stampato nella mente degli Ebrei dopo l’Olocausto Nazista che come una mappa familiare loro riversavano agli altri.

Una sedicente “unità terroristica” di Israele attuò nel 1955 un attacco alla striscia di Gaza controllata dagli egiziani uccidendo 38 persone, e nel marzo 1956 per una cosiddetta "ritorsione" contro la Siria ne uccise altri 56 tra soldati e civili. Molte le censure in merito come quella di Eisenhover 34° presidente degli Stati Uniti molti i morti che seguirono circa 5000 infiltrati Arabi furono uccisi lungo in confini di Israele tra il 1949 al 1956 tutti pastori, contadini, beduini e rifugiati, A confermare questo negli anni avanti fu Reagan che con una telefonata fermò il massacro israeliano che definì “olocausto”. La storia è seguita con continue guerre per i territori che Israele ha attuato da sempre.

Importante è capire il doppio filo che l’America nella storia ha usato con Israele sua figlia nascitura, permettendo nel tempo di non fermare il plausibile genocidio che è sotto gli occhi di tutti. Una storia quella degli attacchi del 7 ottobre scaturiti dal terrore israeliano attuato nella storia nei territori di conquista tra cui Gaza e Cis Giordania. Ma occorre ribadire che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha semplicemente raddoppiato i massacri ricorrenti di Israele, ora sostenuti da fame e malattie e dall’odio generazionale delle nuove generazioni.

Guardando i fatti storici l’unico che può fermare la guerra è proprio Biden che deve solo seguire l’esempio dei suoi precedenti presidenti degli Stati Uniti che hanno da sempre cercato di frenare il comportamento israeliano, lo stesso statista Abba Eban, durante il precedente bombardamento di Beirut da parte di Israele, ha detto "infliggere sconsideratamente ogni possibile misura di morte e angoscia alla popolazione civile non fa parte di una azione legittima". È giunto il momento che i decisori di Washington seguano l'esempio di quei presidenti che hanno fatto la storia dell’America e revochino la protezione diplomatica e le esportazioni di armi per Israele.

Questo momento storico difficile per il Medio Oriente ha determinato inoltre la creazione di nuove alleanze strategiche come quella dell’Iran che con un disegno di legge sta creando una alleanza militare per l’Asse della resistenza, una formalizzazione di un’alleanza militare pubblica tra Iran, Siria, Yemen, Hezbollah, Hamas e tutte le fazioni della resistenza islamica in Iraq. Un patto di mutua azione militare in caso di attacco degli Stati Uniti o Israele.

La preoccupazione è alta anche per i caschi blu di Unifil in Libano e secondo Al Jazeera le immagini satellitari non mentono, infatti, i mezzi dell’esercito israeliano sono in posizione strategica vicino alla base di Maroun Al ras costringendo i militari Onu a ripararsi nei Bunker a causa della minaccia crescente nel quadro degli scontri tra Israele e Hezbollah. Gli Italiani nel merito partecipano al contingente ONU assieme a Irlanda, Polonia, Armenia e Corea del Sud. Un attacco intenzionale, verso le forze Onu che pagano con 2 feriti sebbene gli stessi abbiano dichiarato di voler rimanere nelle loro posizioni finché l'ONU non deciderà diversamente. Intanto Israele continua ad attaccare altre sedi ONU nel Libano Meridionale sotto il silenzio Internazionale.

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