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La spesa collegata al supporto della guerra che i paesi occidentali hanno dovuto sostenere oggi si aggira sui 242 miliardi di dollari di 94 miliardi sono stati elargiti dall’Europa. Un vero piano Marshall che il vecchio continente ha dovuto sostenere per supportare la guerra. L’ultima trance da 50 miliardi di dollari è stata data al governo ucraino dalla commissione europea per sopperire ai danni relativi alla produzione di energia elettrica del paese e ai debiti di bilancio dell’Ucraina.
La risoluzione del parlamento europeo in merito al sostegno a Kiev, al punto 5 “invita tutti gli Stati membri ad aumentare i loro finanziamenti per l’Ucraina e ad astenersi dal diminuire i loro contributi”, ribadendo “la ferma convinzione che la Russia debba fornire un risarcimento finanziario per i danni causati in Ucraina”. Naturalmente tutto basato su ipotesi visti i ricorsi in essere sui beni congelati russi.
Bloomberg in merito alle spese folli attualmente in essere ha dichiarato, infatti, che gli aiuti a Kiev sono a rischio perché il G7 non vuole pagare. Tra i motivi il rifiuto di alcuni alleati di aumentare i finanziamenti a Kiev, il governo di Kiev, infatti, prevede un buco di bilancio del 19% del Pil con 35 miliardi di dollari di debiti. Molte le incognite anche sulla parte dell’aumento di bilancio per la spesa militare dei paesi UE.
Ma a mettere in guardia tutti e dare senso ai conti reali è Mario Draghi che ha difeso l'idea del debito comune europeo come mezzo per finanziare le transizioni verde e digitale oltre che la guerra, sostenendo che l'opposizione a tale concetto nega gli obiettivi comuni dell'Europa. E durante il suo discorso al Parlamento Europeo, ha snocciolato alcune cifre preoccupanti che si aggirano sugli 800 miliardi di euro di capitali privati che occorrono per mantenere a galla la barca europea senza farla affondare o porla sotto scacco della finanza di oltre oceano come ammette Black rock.
In casa nostra, intanto, secondo ultime notizie la presidenza del consiglio è a caccia di 5 miliardi di euro in riferimento alla risoluzione europea sul sostegno a Kiev che deve essere dello 0,25 % del Pil nostrano. Una vera illuminazione per la nuova finanziaria che sottobanco aumenta le accise sulla benzina e sul diesel oltre ad altri balzelli legati alla patente di guida e naturalmente bolli e imposte indirette.
Altro settore che il governo ha specificamente puntato è la vendita dei beni italiani di sempre come una quota di poste italiane, monte dei paschi di Siena e l’apertura al più grande fondo finanziario Black Rock per investimenti strategici e di controllo in Italia, i settori di interesse includono l'intelligenza artificiale, le infrastrutture energetiche e i trasporti, con particolare attenzione allo sviluppo di data center e alle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. In pratica una svendita totale di parte della nostra sovranità.
Ma l’economia di Guerra Italiana fatta di tasse dei cittadini impone anche un processo di riarmo con l’acquisto di 25 caccia F-35 che saranno impegnati sul fronte est della UE nell'ambito della NATO contro la Russia. Con quest'ultimo ordine siamo il secondo Paese al mondo dopo gli USA per numero di F-35. In pratica gli americani ci delegano la sicurezza sulla loro prima linea e ci vendono anche gli aerei per andare in guerra al posto loro.
Sempre in tema di guerra e di soldi dei contribuenti. In queste ore l'Italia sta consegnando una nuova batteria missilistica SAMP-T a Zelensky. Costo dell'operazione circa 1 miliardo di euro. Le batterie si sono rese necessarie perché la prima batteria è stata distrutta. Inoltre, dobbiamo aggiungere gli 8 miliardi e 246 milioni di euro che spenderemo per acquistare 132 carri armati Leopard tedeschi.
Tra le note di una economia di guerra collegata ad un programma ben preciso si nota la modifica della legge 185 del 1990 in relazione all’export di armi che dà la delega al governo per ogni eventuale revoca senza informare il parlamento con abrogazione di riferire in parlamento sulle attività delle banche e degli istituti di credito che operano in Italia sull’export di armi.
Infine possiamo dire che sono molte le similitudini che portarono all’inizio della seconda guerra mondiale in termini di riarmo e di economia di guerra, ci chiediamo in merito se nelle alte sfere atlantiste già hanno deciso per l’inizio di una terza guerra mondiale?
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